Tenuta Patruno Perniola
IL PRODUTTORE
Ragione sociale: Azienda Agricola Paolo Patruno
Indirizzo: Via Vic. Marzagaglia, 2603 – 70023 Gioia del Colle – IT
Telefono: +39 338 3940830
E-mail: info@tenutapatrunoperniola.it
Sito internet: www.tenutapatrunoperniola.it
Proprietario: Isabella Perniola e Paolo Patruno
Possibilità di visitare l’azienda: Si, tutti i giorni, previo appuntamento.
Eventuali strutture ricettive: Abbiamo ristrutturato la masseria trasformandola in agriturismo con cantina e cucina, tutto anche ad uso di masseria didattica. Sono disponibili 5 appartamenti autonomi, con un minimo di 2 fino ad un massimo di 5 posti letto per un totale di 13-14 ospiti.
Eventuali servizi in azienda: Oltre alla ricezione, abbiamo la possibilità di ospitare a pranzo fino a 50 persone. I pasti, da noi cucinati e serviti, sono a base dei prodotti della nostra terra e seguono le stagionalità.
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: In azienda produciamo vino Primitivo di Gioia del Colle e Verdeca in bottiglia, olio da cultivar Coratina e Cima di Melfi e miele millefiori, tutto da agricoltura bio certificata
Descrizione del nucleo famigliare e loro coinvolgimento nelle attività agricole:
L’azienda agricola è a gestione rigorosamente familiare. La proprietà è in parte di mia madre, in parte di mio zio ed in parte mia. La gestione è tutta a mio carico, con l’importante aiuto di mia madre e della mia compagna.
Estensione terreni: 40 ha
Altitudine: 380 m s.l.m.
Superficie coltivata a vigneto: 8 ha
Superficie coltivata a oliveto: 2,5 ha
Superficie coltivata a cereali: 30 ha
Cereali coltivati: Coltiviamo
Superficie coltivata a ortaggi e frutta: 0,1 ha
Ortaggi coltivati: A rotazione, per evitare di sfruttare troppo un piccolo terreno accanto alla masseria, coltiviamo pomodori, peperoncini piccanti, friggitelli, rape, cavoli, sedano, fagiolini, agli, cipolle, bietole, insalate, zucche, finocchi, carote rosse, carote ed altre verdure che usiamo anche per il ristorante
Altre colture: Disponiamo di un piccolo frutteto con diverse cultivar locali (ciliegie, mandorle, amarene, fichi, nespole, albicocche), piccolo orto con verdure stagionali, entrambi per necessità familiari ed aziendali. Non vendiamo nulla.
Tipo di conduzione: Proprietà ed affitto
Tipo di coltivazione: Biologico certificato
Tipo di allevamento:
Eventuali società di certificazione: Sidel
Eventuale laboratorio di analisi utilizzato: Le analisi dei vini vengono effettuate a Bari presso il laboratorio Samer
Enologo o responsabile di cantina: Il nostro consulente enologico è il Dott. Benedetto Lorusso mentre tutto il lavoro in cantina è gestito da me
Agronomo o responsabile conduzione agricola: Gestisco in autonomia la conduzione agricola
Lavoratori fissi:
Lavoratori stagionali:
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi: Nessuno
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali: Tutte le assunzione seguono le normative vigenti in campo agricolo.
Ricorso a lavoro interinale: No
Vini prodotti:
DOC Gioia del Colle, tipo di vino: Primitivo di Gioia del Colle, nome: “Marzagaglia”
DOC Gioia del Colle, Riserva, tipo di vino: Primitivo di Gioia del Colle, nome: “1821, Riserva”
IGT Puglia, tipo di vino: Verdeca, nome: “Striale”
IGT Puglia, tipo di vino: Rosato da Primitivo, nome: “Ghirigori”
IGT Puglia, tipo di vino: Primitivo, nome “Lenos”
Numero totale di kg prodotti mediamente: Vendiamo tutto il grano, ma ne facciamo macinare e ne teniamo una parte per usi familiari e per il ristorante. Miele, circa 30 kg.
Vendita diretta: La vendita diretta viene effettuata solo in occasione di fiere perchè vendiamo di solito all’ingrosso.
Canali distributivi: Per le vendite in Italia, non abbiamo distributori nazionali, ma collaboriamo con qualche agente, procacciatore e piccolo distributore locale.
Vendita nella media e/o grande distribuzione: Nessuno
Totale vendite ultimo anno solo vino: Lo scorso anno abbiamo venduto poco più che 10.000 bottiglie.
Una breve storia dell’azienda:
L’azienda agricola acquisisce il nome Tenuta Patruno Perniola nel 2002, quando mia madre decide di riprendere in mano la masseria ed i terreni di famiglia le cui radici affondano nella fine del 1700 inizio 1800 che rischiava di essere ceduta dopo essere stata data in affitto ad un mezzadro.
Seguendo le preziose indicazioni dei nonni, piantiamo nuovamente il vigneto accanto alla masseria, la varietà scelta è rigorosamente Primitivo di Gioia del Colle, varietà autoctona per eccellenza, in quattro cloni, dalle caratteristiche specifiche: grappolo spargolo, piccolo e con chicchi di dimensione ridotta, per favorire la produzione di vini di qualità.
Il terreno, argilloso calcareo ricco di scheletro, la modalità di impianto a contro spalliera pugliese, la distanza tra le piante e tra i filari, sono valutate attentamente per poter permettere la crescita delle piante e la miglior maturazione possibile dei frutti.
Scegliamo di piantare anche una serie di alberi da frutto e ornamentali tipici del territorio (ulivi, melograni, peschi, fichi, giuggioli, mandorli, ciliegi, amarene, ma anche allori, corbezzoli, carrubi, oleandri), con lo scopo di ripristinare lentamente la struttura restituendole la bellezza che la caratterizzava.
Nonostante fossi alle prese con gli studi universitari in Medicina e Chirurgia, condivisi l’idea di mia madre di far rivivere questa struttura, della quale avevo ricordi meravigliosi, avendo trascorsi i mesi estivi in compagnia dei nonni, dalla fine della scuola alla vendemmia, che rappresentava per me un momento di gioia e di dispiacere (alla gioia della vendemmia faceva da contraltare la consapevolezza che, da lì a poco, sarebbe ricominciata la scuola).
I ricordi dei fichi secchi con le mandorle, il vin cotto di fichi cucinato a fuoco lento nel caminetto nel pentolone di rame, la passata di pomodoro fatta coi pomodori “datterini di Polignano” coltivati nel nostro orticello, i pomodori “San Marzano” messi a seccare sul tetto della masseria sulle sporte di vimini intrecciato, le cicerchie, il purè di fave, i sivoni e le cicorie (erbe eduli tipiche di questa zona) sono riemersi dalla memoria e sono diventati nuovamente una realtà gastronomica quotidiana o legata a periodi particolari dell’anno (come i mostaccioli e le fiorentine, dolci invernali tradizionali, e come le cartellate, dolci tipici natalizi).
La filosofia aziendale è improntata sul rispetto dell’ambiente, del territorio e delle tecniche colturali tradizionali.
Tutta l’azienda ed i suoi prodotti sono certificati biologici, e non abbiamo mai fatto uso di sostanze chimiche, fitofarmaci, pesticidi.
Cenni storici e geografici sul territorio:
Gioia del Colle (Sciòje in dialetto locale), è un comune in provincia di Bari con circa 28.000 abitanti, a circa 400 metri s.l.m. che, come si può evincere dal nome, sorge in una zona collinare denominata Murgia.
L’attuale abitato di Gioia del Colle nasce intorno ad un castello del circuito federiciano di origini bizantine.
Il suo nome deriva da Joha, riduzione del cognome Joannakis, famiglia bizantina presente in questi luoghi in età medioevale, ma sull’origine del toponimo ci sono molte opinioni e perfino leggende.
Una delle più famose è quella secondo cui la principessa Bianca Lancia, prima di essere rinchiusa da Federico, avrebbe perso tutti i suoi gioielli nel castello per poi non ritrovarli mai più: ciò attraverso un collegamento tra il nome Gioia del Colle le presunte gioie sparse in giro per il colle.
In questo castello fu rinchiusa Bianca Lancia durante la gravidanza di Manfredi di Sicilia perché sospettata di aver tradito Federico II. Sulla parete di una cella (nella quale molto probabilmente è stata rinchiusa la principessa) sono, infatti, scolpite delle forme che secondo la leggenda dovrebbero rappresentare i seni che Bianca Lancia si tagliò per il dolore di una tale umiliazione. Dopo aver partorito inviò su un piatto d’argento a Federico il presunto figlio illegittimo insieme ai suoi seni. Secondo altri questa è solo una leggenda.
Gioia del Colle è uno dei pochi paesi in Italia a poter vantare due DOC, per il Vino Primitivo di Gioia del Colle e per la Mozzarella vaccina.
Condizioni ambientali del posto e dell’area di produzione:
La zona in cui sorge l’azienda è collinare e molto esposta ai venti, quindi non abbiamo mai avuto problemi di muffe o allagamenti.
A parte il vigneto coltivato “ad alberello”, che è in un terreno a 5 km dalla masseria, tutta l’azienda è nello stesso sito ed è certificata biologica.
Non ci sono rischi ambientali, visto che non ci sono né discariche né industrie nelle vicinanze.
I miei principi e idealità di produttore:
I miei principi di lealtà ed onestà ricalcano quelli dei miei genitori e dei miei nonni, che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi hanno trasmesso l’amore per la terra ed insegnato a fare le cose con passione.
Faccio quello che dico e dico quello che faccio, nella vita, come nel lavoro.
La mia opinione sull’utilizzo di OGM e NGT:
Per secoli, agricoltori ed allevatori, per ottenere animali più robusti, prodotti più abbondanti, hanno operato incroci e selezioni anche tra specie di diversa provenienza geografica, senza essere consapevoli (come invece lo si è oggi) che le caratteristiche sono dovute a mutazioni a livello del DNA.
Queste tecniche di miglioramento genetico empiriche, portavano a delle modifiche casuali che solo il tempo e l’esperienza dei contadini definivano utile e replicabile.
Oggi, purtroppo, questi aspetti sociali ed etici, oltre che scientifici, devono sottostare al mero interesse economico di multinazionali e case farmaceutiche.
Questa la ragione per la quale siamo fortemente contrari all’utilizzo degli OGM in agricoltura.
IL VINO
Nome del vino:
1821 Riserva
Annata: 2019
La viticoltura
Nome vigneto/i: Vigneto in Contrada Oronzino – Corvello
Superficie: 2,5 ha
Suolo: Terreno argilloso calcareo con uno scheletro calcareo importante, ricco di sostanze minerali, tanto da meritare il nome “Terre rosse”
Esposizione dei filari: Disposizione d sud-nord ed esposizione ad est ed ovest.
Altitudine: 380 m s.l.m.
Vitigno/i: Primitivo di Gioia del Colle
Portainnesto/i:
Forma di allevamento: Alberello pugliese
Anno d’impianto: 1946
Densità d’impianto: 6000 ceppi/ha
Produzione per ceppo: 1 kg kg/pianta
Produzione per ettaro: 15 q/ha
Trattamenti: Rame e zolfo, all’abbisogna
Fertilizzanti: Effettuiamo ogni anno le analisi del terreno e valutiamo se valga la pena fertilizzare il terreno o meno. Non usiamo concimi di sintesi, quindi fertilizziamo usando solo letame vaccino alternato a semina di favino, trifoglio, cece e avena con sovescio o fresatura
Data inizio vendemmia: 09/09/2023
Modalità di vendemmia: Esclusivamente manuale, in cassette da 20 e 50 kg, forate ai lati, senza pressare le uve per evitare ogni tipo di ammostamento. Le uve vengono trasportate in cantina entro 60 minuti dalla raccolta
Utilizzo di uve acquistate da terzi: No, vinifichiamo solo le uve di proprietà
Certificazioni: Biologica
Eventuali notizie aggiuntive inerenti la viticoltura:
L’enologia
Modalità di diraspatura e pigiatura: Diraspatura e pigiatura meccanica
Modalità di pressatura: Pressatura soffice con pressa da 8,5 q.li
Vinificatori in: Acciaio
Macerazione: Dopo la pressatura, lasciamo che il mosto e le vinacce fermentino in acciaio a temperatura controllata. La durata della fermentazione dipende dall’annata, in generale dura circa quattro settimane, fino a quando vengono consumati tutti gli zuccheri, la temperatura viene controllata sempre (22-24°C)
Anidride solforosa e/o acido ascorbico: Aggiungiamo il metabisolfito solo a fine fermentazione
Utilizzo di lieviti selezionati: Non usiamo lieviti selezionati
Metodologia di stabilizzazione: Stabilizziamo a freddo, tenendo il vino a bassissima temperatura
Filtraggi: Filtrazione statica e dinamica per permanenza e decantazione naturale in vari passaggi di cisterna nel corso degli anni. Filtriamo leggermente il vino prima dell’imbottigliamento con un filtro a cartoni.
Chiarifiche: All’abbisogna, usiamo della bentonite
Affinamento in acciaio: Circa 36 mesi
Affinamento in botte o barrique: Tonneaux di secondo e terzo passaggio per circa 8 mesi
Affinamento in bottiglia: Circa 6-8 mesi
Eventuali correzioni: No
Uso di mosto concentrato/mosto concentrato rettificato: No
Utilizzo di concentratore: No
Pratiche di “salasso”: No
Resa uva/vino: 65%
Numero di bottiglie prodotte: 3000
Tipologia bottiglia: Borgognotta da 750 grammi
Tappo in: Sughero naturale monopezzo non sbiancato e con il logo dell’azienda impresso a fuoco e non stampato con inchiostro per evitare contatto con agenti potenzialmente inquinanti.
Controllo temperatura cantina o magazzino:
Destinazione delle vinacce: Le spargiamo nei campi
Produzione di grappe o distillati: No
Le caratteristiche chimiche
Titolo alcolometrico: 16,95 %
Acidità: 6,23 g/l
Ph: 3,59
Estratto secco:
Anidride solforosa libera: 31 mg/l
Anidride solforosa totale: 92 mg/l
Descrizione organolettica e libera
Il mio vino è:
Colore: Rosso rubino intenso
Profumo: Netto, bouquet fitto con ricchi sentori di fiori e frutta rossa matura, delicatamente speziato e complesso, mantiene i profumi intensi ed eleganti, tipici del terroir collinare
Sapore: Pieno, vellutato ed armonico, conferma pienamente le sensazioni al naso
Temperatura di servizio: 18-20°C
Abbinamenti gastronomici: È un vino importante, ma gradevole, da bere in compagnia, che accompagna piatti importanti, carni alla griglia, selvaggina, formaggi mediamente stagionati e frutta secca
PREZZO SORGENTE
Prezzo sorgente relativo alla bottiglia: 25 €
Eventuali altre considerazioni:
Per la Riserva, abbiamo usato solo uve provenienti da una vecchissima vigna ad alberello di quasi 80 anni. Il nome “1821”, deriva dall’anno in cui fu ricostruita la gran parte della nostra masseria di famiglia e dal periodo in cui a Gioia del Colle iniziò a prendere piede la coltivazione del Primitivo in maniera più importante e diffusa.