Bera Pierluigi
Nome produttore/azienda e ragione sociale: BERA PIERLUIGI AZIENDA AGRICOLA
Indirizzo: Via Bossania, 8 – 12050 Trezzo Tinella (CN)
Telefono: 0173.630206
Fax: 0173.282429
E-mail: flavio@vinibera.it
Sito internet: vinibera.it
Proprietario: BERA PIERLUIGI
Possibilità di visitare l’azienda (si o no; se sì indicare in quali giorni): SI su appuntamento
Eventuali strutture ricettive (tipologia e n° posti): no
Superficie coltivata totale (ettari): 8
Superficie coltivata a vigneto: 6
Altre colture (quali): nocciolo
Eventuali prodotti acquistabili in azienda: VINO
Proprietà dei terreni (se una parte in affitto, specificarne l’estensione) : 5,5 ha in proprietà
Enologo o responsabile di cantina (se consulente, specificarlo): BERA FLAVIO
Agronomo o responsabile conduzione agricola (se consulente, specificarlo) : BERA FLAVIO
Lavoratori fissi (indicare il numero): no
Lavoratori stagionali (indicare il numero): 2 in vendemmia
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori fissi:
Tipologia di contratto di lavoro utilizzata per i lavoratori stagionali: cooperative agricole
Ricorso a lavoro interinale (si o no, frequenza): no
Vini prodotti (Denominazione e cru o nome di fantasia):
Moscato d’Asti
Dolcetto d’Alba
Numero totale di bottiglie prodotte (mediamente): 10000
Vendita diretta in azienda (specificare si o no): SI
Vendita nella media e/o grande distribuzione (specificare si o no e se si in quali catene): NO
Totale vendite ultimo anno (solo vino, fatturato e vendita diretta):
Una breve storia dell’azienda: da sempre la nostra famiglia coltiva la terra. Fino alla generazione precedente si trattava della classica azienda agricola polivalente ed autosufficiente, con i terreni equamente suddivisi fra vigneti, arboreti da frutto (pesco e nocciolo), campi e prati per l’alimentazione di bovini e pecore. A partire dagli anni ottanta anche la langa subisce -o partecipa- al processo di forte modernizzazione e le nostre colline subiscono una profonda metamorfosi che le porta in breve volgere di tempo ad una alta specializzazione, ovviamente in senso viticolo, per cui oggi si ammirano paesaggi completamente vitati, e la langa ormai viene suddivisa sulla base del vino o del vitigno prevalente: abbiamo così la langa del barolo, quella del barbaresco, quella del moscato e via dicendo. Noi abbiamo la fortuna di trovarci su una cerniera che collega la langa del barbaresco a quella del moscato, ma soprattutto all’alta langa, dove i vigneti si diradano sempre più con l’altitudine, lasciando il posto a noccioleti, campi coltivati a grano e sporadicamente a mais, prati e boschi ancora usati per legna da ardere….., per cui il paesaggio ne guadagna enormemente.
Siamo 3 fratelli che coltiviamo i vigneti e da 5 anni abbiamo iniziato la vinificazione delle nostre uve, con l’intento di produrre vini del territorio, tipici, con le tecniche moderne (derivanti dalle conoscenze moderne)ed un occhio alla tradizione (per prendere il buono che il sapere dei nostri vecchi ci ha tramandato).
Poiché la vinificazione del moscato prevede una tecnologia molto specifica (filiera del freddo, autoclavi, filtri di diversi tipi, imbottigliatrici isobariche) con elevati costi iniziali difficilmente ammortizzabili, abbiamo aderito ad un centro di vinificazione collettivo, dove tutte le macchine necessarie sono usate a turno dai vari soci in modo da ammortizzare al meglio i costi di produzione, ed al contempo di sfruttare le potenzialità dell’uva moscato; inoltre si creano sinergie fra i produttori a livello di lavori in cantina e di ottimizzazione dell’imbottigliamento.
Ogni produttore mantiene le proprie partite di vino distinte, ed “affitta” le attrezzature necessarie. Il fato ha voluto che questo centro si trovi a Castagnole Lanze, in Val Bera, a poche centinaia di metri dalla casa natale di nostro padre, da cui si trasferì nell’azienda attualmente condotta all’età di sei anni con il nonno.
I miei principi e idealità di produttore: la terra è la nostra fonte di vita ed anche di reddito, per cui è necessario rispettarla . dobbiamo seguirne i cicli ed assecondarli, dobbiamo difendere la produzione, ma in modo sostenibile.
Aderiamo con convinzione alla misura F1 del PSR (ex 2078) per le misure agroambientali, e sovente ci imponiamo dei vincoli ancora più restrittivi, anche se non credo nella viticoltura biologica, interveniamo solo nelle situazioni di rischio reale, e siamo disposti a subire perdite di produzione, ma non di qualità (ma qui la chimica non fa miracoli, per cui la botrite viene controllata con sfogliature e concimazioni equilibrate). Crediamo molto nell’equilibrio vegetativo delle piante per ottenere una materia prima buona e sana, per cui utilizziamo fertilizzanti organo-minerali e, quando possiamo, letame bovino proveniente da allevamenti fidati; durante la stagione estiva utilizziamo normalmente integratori fogliare per prevenire certe carenze ed uniformare i vigneti.
I tempi di carenza sono sempre ampiamente rispettati, per cui siamo sicuri di non avere residui di fitofarmaci nel vino.
I nostri vini devono essere l’espressione del nostro territorio; le conoscenze e le tecniche moderne devono essere un mezzo per ottenere la tipicità
La mia opinione sull’utilizzo di OGM: sono convinto che gli OGM risolverebbero molti problemi alle colture agricole nel breve periodo ( maggiori rese produttive e minor utilizzo di fitofarmaci si traducono probabilmente in maggiori redditi nei paesi occidentali e forse in condizioni di vita più decorose per gli altri), ma il prezzo da pagare sarebbe troppo alto: la biodiversità del pianeta è in pericolo già adesso e ne ricaverebbe un colpo mortale ed inoltre, nel lungo periodo, i parassiti avrebbero la via spianata e difficilmente l’uomo riuscirebbe a trovare sempre rimedi efficaci.
In sintesi non sono d’accordo, non è la strada giusta.