Premio Massimo “Topino” Ruffini
2022
a La Terra Trema 2022 • fiera feroce • vini, cibi, relazioni
«Nella loro accezione politica e sociale, le esperienze collettive sono corpi fragili, logorabili, hanno bisogno di tessuto, di massa, muscoli e pensiero perché evenienze del tempo, fatica, posizioni difficili alla lunga frantumano questi corpi delicati.
Ma quando, in questi cosiddetti collettivi, quando in queste comunità di territori in lotta, quelle ossa fortificano, quando i muscoli si temprano e il pensiero regge, quando si tiene botta insieme allora l’esperienza collettiva si fa estatica, dirompente, rivoluzionaria.
Il Premio Massimo “Topino” Ruffini 2022 è assegnato ad Altrementi piccola comunità abruzzese in Valle Peligna che ha conosciuto il terremoto, l’abbandono delle proprie terre, le lotte contro i giganti della ricostruzione e della rigasificazione come Snam. A questa piccola comunità va il premio, perché dalla distruzione ha saputo riformulare rinascite, ha ristabilito equilibri e priorità, ha riformulato pensiero agricolo, nonostante sia sempre difficile dire e fare conflitto collettivamente. Che sia ancora possibilità di crescita, formazione, aggregazione e coraggiosa».
La Terra Trema
Le parole di Antonio Secondo e ALTREMENTI lette da Lorenza Ludovico, vignaiola:
«Questo paese mi riempie di spavento. Questa mi sembra ora una terra sulla quale da molte stagioni non sia piovuto; una contrada nella quale la siccità abbia inaridito perfino le radici delle anime, una steppa del deserto.
Tra il ’39 e il ’42, Ignazio Silone scriveva così ne “Il seme sotto la neve” e oggi, nell’era dell’aridocoltura, scopriamo che la siccità che percepiamo non è più solo emotiva, ma anche materiale. In secca sono le nostre campagne, i fiumi, i ghiacciai, le gole di chi ha urlato dissenso.
Ma in questa secca, torniamo a mettere radici che scavano per cercare l’essenza nella terra, stabilendo connessioni profonde. In questa secca, l’essenziale è più vero, quando si manifesta».
Il 12 aprile 2019 Massimo Ruffini è morto lavorando, era un giovane agricoltore a Corniglio, provincia di Parma. Si occupava di allevare bene vacche frisone, jersey, bruno alpine, grigio alpine e pezzate rosse.
Massimo aveva 25 anni, coraggiosa giovinezza e un carico di propositi, nonostante la fatiche, gli scogli, le difficoltà che il progetto lavorativo suo comportava.
Luca, suo padre, è una figura che a La Terra Trema avete imparato a riconoscere. Porta ogni anno a Milano scaglie dal Paese di Bengodi. Parmigiano Reggiano di montagna prodotto da vacche allevate allo stato semibrado.
In un territorio che di questo bene ha fatto oggetto di ricchezza e, a volte, di speculazione, il lavoro di Massimo e Luca è stato inevitabilmente linfa nuova. Tra stalla e caseificio hanno messo in atto una filiera fieramente virtuosa, non massificante, non mortificante.
La qualità di questo lavoro continua a essere innegabile ed è un atto di resistenza eroica.
Incontrarli è stata occasione di crescita e di grande riflessione.
La presenza di Massimo all’interno di questa conduzione lavorativa è stata viscerale, vitale, connaturale al progetto stesso. Fare fronte alla sua assenza è lo sforzo sovrumano che Luca e gli altri suoi cari hanno scelto di affrontare. Alla maniera di Massimo, con la sua giovane impertinenza.
A mesi di distanza prendiamo la proposta di Luca Ruffini di dedicare a Massimo un premio annuale nel corso de La Terra Trema ancora come atto d’amore irrinunciabile.
Questi i requisiti per l’assegnazione:
Il riconoscimento sarà assegnato a realtà incontrate da La Terra Trema nel corso di questi anni fuori o dentro dalla Fiera Feroce.
Il premio sarà materiale, come ci si addice, come proposto da Luca.
Un’intera forma di Parmigiano Reggiano.
Il risultato migliore di questo grande atto di coraggio che Massimo e Luca hanno portato avanti.
E che avanti andrà.
In alto i calici.