Presentazioni editoriali

venerdì 23 novembre 2007 ore 19:00

Vietato vietare

Andrea Perin presenta la nuova edizione del libro di Gino Veronelli (Elèuthera 2007)
Coordina Michele Marziani

Rivendicando anche per il suo ambito di attività quel famoso slogan del Sessantotto libertario, Veronelli si è divertito a raccogliere alcune ricette che, pur essendo considerate leccornie in altre culture, risultano invece più o meno disgustose per l’immaginario alimentare europeo.
Dopo una semiseria introduzione centrata sull’antropofagia (l’interdetto per eccellenza delle pratiche alimentari), vengono date ricette rigorosamente autentiche – cioè corrispondenti a usi alimentari reali – a base di topi, cavallette, bachi da seta, cani, gatti, cammelli e dromedari… l’ennesima provocazione di un uomo che ha fatto della trasgressione, ma anche dell’incontro tra le culture, un metodo di ricerca

Questo stravagante volumetto, esaurito da anni, viene ora riproposto in una nuova veste grafica, con nuove illustrazioni e con una postfazione di Andrea Perin (autore per Elèuthera di La fame aguzza l’ingegno, 2006 e Cose da museo, 2007) sui nuovi gusti e disgusti alimentari che si stanno diffondendo in quest’epoca di globalizzazione.

 

 

sabato 24 novembre 2007 ore 18:00

Lungo il Po

Michele Marziani e Stefano Rossini raccontano il loro viaggio lungo il fiume

“Viaggio lungo il Po, è un progetto etno/eno/gastronomico di navigazione sul Grande Fiume, alla ricerca di quello che è rimasto della civiltà fluviale e dei suoi sapori. Realizzato nel maggio del 2007, risalendo il fiume con una piccola barca, la pilotina Random, e in bicicletta, da Michele Marziani accompagnato dal fotogiornalista Stefano Rossini, diventerà un libro che uscirà a febbraio del 2008 per i tipi di Guido Tommasi Editore.
I risultati del viaggio, raccontanti, assieme a Isabella Bordoni e a Cultura21, anche nelle cento giornate dedicate a Joseph Beuys alla Biennale di Venezia, sono la fotografia di un mondo in estinzione al quale spesso sembra sostituirsi il vuoto o la finzione, la rappresentazione di sapori, prodotti e riti nella realtà ormai scomparsi. Per fortuna, in qualche angolo, qualcuno resiste. E le novità arrivano dagli altri mondi, dalle tante migrazioni che trovano casa lungo il Grande Fiume.”

La Terra Trema è, per me, un punto di vista diverso, una contadinità non di maniera, né di facciata. La sintesi di un percorso che mette insieme la campagna e i centri sociali metropolitani creando un fatto unico in tutta Europa che credo meriti grande attenzione. Una scommessa sul futuro, su un futuro non patinato, in un momento in cui sembra esistere solo il presente, un brutto presente. Essere al Leoncavallo è una provocazione, di quelle da accettare, perché più le idee si mescolano, più costruiscono strade.”

Michele Marziani

 

sabato 24 novembre 2007 ore 19:00

Bussavamo con i piedi

Pietroneno Capitani presenta storie di fine mezzadria marchigiana (Capitani editore, 2007)
Coordina M. Marziani

Dall’entroterra ascolano alla Romagna – Appunti e immagini di una migrazione
Il progetto di questo libro, che coinvolge Pietroneno Capitani come editore e il suo doppio
Piétre de Vejeli come autore, documenta l’immigrazione dei contadini ascolani in Romagna dal secondo dopoguerra in poi.

Le testimonianze raccolte, i documenti e, doprattutto, le immagini d’epoca restituiscono il paesaggio umano ed economico di una categoria, quella mezzadrile del territorio ascolano, specchio di un’italia rurale non troppo lontana da noi, al suo passaggio verso nuove forme sociali.

«Da diversi anni, ormai, avevo in mente di raccogliere le idee per cercare di capire i motivi per cui una parte rilevante di famiglie di una zona delle Marche decidono di prendere le loro cose e se ne vanno “in Romagna” (…). Può significare che sto cercando le mie radici? Non lo so».
«Per molti anni la maggior parte della popolazione era soggetta al potere del padrone il quale affidava ad un colono ed alla sua famiglia il proprio podere. Si instaurava così un rapporto di “mezzadria” dividendo, tra le parti, spese e raccolti, restando il potere in capo al padrone, il quale in qualsiasi momento ed anche senza giustificato motivo, poteva cacciare dal terreno il colono e la sua famiglia. Questi ultimi quindi, sia a causa del contratto di mezzadria e sia per la forte subordinazione, dovevano in più occasioni dell’anno recarsi dal padrone per omaggiarlo. I coloni portavano in regalo i prodotti della propria attività agricola, a volte anche privandosi di beni indispensabili al proprio sostentamento. Ecco perché veniva usata l’espressione “bussare con i piedi”.
Le mani erano occupate a sostenere i molti doni (“u presénte”) e allora si era costretti appunto a bussare alla porta del padrone con i piedi».

(Luigi Del Prete su massignano.com)

 

domenica 25 novembre 2007 ore 17:00

Il Diavolo Custode

Fabrizio Tassi presenta il libro del Luìs Balòc (MeridianoZero, 2007)

Una scrittura inedita, intensa, travolgente come un fiume in piena, che riscopre tutta la potenza selvaggia e arcaica della parola, la voluttà di una musica di anarchica bellezza. Una parola che sorge per dare voce a una terra di diseredati, vagabondi, sognatori; il mondo di tutti i dannati che non si sono piegati all’ordine poliziesco dell’epoca moderna.
Una voce che si fa epos, che si fa narrazione rocambolesca e quasi mitologica, per raccontare le gesta leggendarie di un manipolo di eroi ribelli e squattrinati, di sbruffoni amanti delle donne e del Barbera, che con i loro corpi e le loro piccole vite hanno tenuto in scacco per anni il potere di due nazioni.
Luigi Balocchi fa rivivere la violenza dell’amore, la dolcezza della battaglia e della morte, la magia della natura, di notti e nebbie vissute all’addiaccio, nella storia del bandito Sante, che tra le due guerre si fece beffe dei Regi carabinieri, della polizia fascista e della Sžreté francese.
La diserzione dall’esercito, i primi assalti ai treni, l’entrata in contatto con il movimento anarchico, l’amicizia con il ciclista Girardengo; e poi i giorni bui degli omicidi, della clandestinità sempre più braccata, della fuga in Francia.
L’esistenza di un idealista libertario, di un uomo di straripante vitalità, che si fece bandito per regalare un sogno di rivalsa ai diseredati della sua terra.

Leggi l’intervista a Luìs Balòc

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