il nemico è alle spalle! (Con Il Disertore di Francesco Misiano)
di Mattia Pellegrini
illustrato da un’opera tessile di Giorgia Frisardi

Guastare per ampio tratto, devastare, vuotar d’abitatori. Spopolare: quasi ridurre a deserto.
Così l’etimologico definisce il disertare, un agire che da sempre muove fuggiaschi, rivoluzionari, perdi tempo non virtuosi, aspiranti vivi, umani con le ali sotto i piedi. Prendiamo in oggetto Il Disertore di Francesco Misiano, un libro a cura di Luca Salza edito da Cronopio nel 2024. Ogni nome ci dice qualcosa e si lega all’altro. Francesco Misiano, rivoluzionario, agitatore, comunista divenuto il simbolo della diserzione della Grande Guerra. Luca Salza, insegnante, studioso, militante e fondatore, con Pierandrea Amato, della rivista K. Cronopio, casa editrice di base a Napoli, che nei suoi trentacinque anni di attività ha prodotto libri importanti per interpretare il presente.

Ci volevano le presentazioni perché il discorso di Misiano è datato 1920 ma ci sussurra all’orecchio concetti incandescenti da maneggiare qui e ora.

Parole che Francesco Misiano pronuncia alla Camera dei Deputati per opporsi all’autorizzazione a procedere contro di lui per aver disertato la cosiddetta prima guerra mondiale. Non c’è spazio in questo breve commento per seguire le fasi, le avanzate, senza mai prender fiato che questo discorso porta con sé ma è una lettura entusiasmante che riempie di gioia chi detesta la retorica e la classe dirigente, non solo di questo paese, non solo di questo momento storico.
La politica italiana, alle soglie del fascismo ma già dentro il suo stomaco, mette sotto processo Misiano per essersi contrapposto con forza alla guerra, dapprima come agitatore politico, poi scegliendo la fuga, la sottrazione al comando.

Una vita piena quella di Misiano: a Zurigo con Lenin e altri disertori, a Berlino, armi in pugno, durante la rivolta Spartakista. Due episodi dentro una miriade di eventi.
Alla Camera, Misiano non patteggia, non cerca un accordo, non cerca scarcerazione, nelle sue parole vi è un attacco durissimo alla borghesia colpevole di aver mandato al macello milioni di esseri umani. Riverbera nella mia mente la scena di Uomini Contro di Francesco Rosi quando Gianmaria Volontè grida in trincea:

«Basta con questa guerra di morti di fame, contro morti di fame. Eccolo lì, il nemico è alla spalle!».

Nelle trincee rinasce la possibilità comunista. Quello che Misiano difende con forza è il suo essere rimasto leale al proprio credo a costo del carcere e della vita. Crede fermamente nella guerra di classe come guerra alla guerra, come fine di ogni guerra. Un’invettiva, quindi, che ancor più tenta la distinzione etica tra un modo e l’altro di stare al mondo, tra un modo e l’altro di vivere e di fare politica.

Quello che c’è da augurarsi leggendo il libro è il balzo della tigre, il fare uso del passato per trasformare il presente. E questo discorso ci parla di guerra e di morte, di oppressi e oppressori, di servitù volontaria e prassi rivoluzionaria. Quindi, cominciamo da qua. Quale guerra in corso?
Ci sono gli scenari di una moltitudine di guerre mondiali, il genocidio del popolo palestinese da parte di Israele è in diretta h24 e lacera profondamente i nostri corpi. La diserzione è di massa nella guerra Russo-Ucraina ed è l’unica notizia felice che ci arriva da quel territorio.

Ma viviamo un tempo dove vi è anche una guerra civile permanente ed è dappertutto. E, se non lo comprendiamo, il problema non è da poco perché, siamo con Heiner Muller, chi non vuole schierarsi sarà schierato dagli altri. Per prendere posizione bisogna capire cosa accade e oggi c’è un sistema complessissimo che agisce per non farci comprendere più niente. A diversi livelli di intensità, viviamo vite sempre più isolate e depresse in un pianeta sempre meno abitabile, dove i corpi si ammalano sempre prima e sempre più spesso. La diserzione dalla Guerra con la G maiuscola non basta nella complessità storica che viviamo e probabilmente non è mai bastata.

Certo, non possiamo negare che negli ultimi anni è iniziata una decostruzione potentissima, un tempo inimmaginabile, di messa in crisi del patriarcato, della colonialità, della razza, della specie, ma tale sottrazione, e tale movimento, sembrano non scalfire quei sistemi dove le decisioni vengono prese sulle vite tutte.
Entrando in contatto con la storia singolare e incredibile di Misiano, ci si rende subito conto che essa è stata possibile solo come frammento all’interno di una molteplicità di frammenti che hanno composto una storia collettiva straordinaria.
La storia in un cui gli oppressi hanno tentato di ribaltare il mondo degli oppressori. E lo hanno fatto costruendo un pensiero e una pratica all’altezza del periodo che affrontavano, un tempo in un cui non vi era difficoltà a comprendere la tragedia dei giorni propri.

Oggi – nel freddo spaziale senza sogni – sembra che non sia più percepibile, se non attraverso la mediazione violentissima e avvilente degli schermi, l’immane tragedia in corso che sta accadendo su di noi e intorno a noi.

La differenza con cui si costruiscono comportamenti, relazioni e organizzazioni all’interno di simili accadimenti storici in epoche diverse è una delle domande sotterranee che questo libro muove.
Insieme a essa: cosa significa disertare oggi? Pulsa in tutta la densa introduzione di Luca Salza.§All’interno della catastrofe in corso viviamo la diserzione come la capacità di mettere in atto il rifiuto, di augurarsi l’esilio da questo mondo.

Tutto comincia con un no! scrive Luca Salza e non si può essere più d’accordo:

La diserzione come grande NO! E sono i NO! Che costruiscono i mondi dell’altrove, le contrade a venire, i NO! Come lampi che lacerano un presente di eterni sì, di continua obbedienza.

Disertiamo quindi il dominio, le S maiuscole, il culto della Scienza e l’infallibilità della Medicina che governa sui corpi e le forme dei corpi, disertiamo la Polizia che governa le possibilità di spostarsi, incontrarsi, lottare e amarsi, disertiamo le Macchine che giorno dopo giorno inventano nuove forme di controllo. Affianchiamo quindi alla diserzione, il rifiuto, l’esilio.

Tutti e tre hanno a che fare con questioni di geografia, di sottrazione, di messa in moto, di destituzione.
Tutti e tre sono matrice di metamorfosi, tutti e tre abitano la vita di Francesco Misiano.

Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 35
20 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org

Last modified: 14 Apr 2025

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