SdT come Soulèvements de la Terre
di Leonardo Lovati
È arrivata in Italia la voce dell’acqua, delle lontre e degli alberi, la voce di una rivolta che prende il nome di Soulèvements de la Terre. È stata portata dalla casa editrice Orthotes che ha di recente tradotto il libro del 2023 On ne dissout pas un soulèvement. 40 voix pour les Soulèvements de la Terre, una raccolta di scritti da parte delle diverse anime del movimento, presentando una visione panoramica sui valori, la filosofia, le tattiche e le emozioni che le mobilitazioni organizzate contro i mega-bacini di Sainte-Soline hanno fatto emergere dal terremoto.
Il caso Soulèvements de la Terre è interessante da analizzare per diversi motivi: è riuscito a unire aree diverse del movimento ecologista e dell’agricoltura, uscendo dalla retorica dei “giovani viziati e nullafacenti” utilizzato dai governi (e purtroppo anche da diverse aree del movimento), è riuscito a sorpassare il dibattito stantio sulla dicotomia violenza/nonviolenza nell’uso delle tattiche dei movimenti radicando le pratiche alle necessità territoriali, a unire i discorsi ecofemministi, decoloniali e sulla giustizia climatica e infine a collegare le istanze locali con quelle globali evidenziando i modelli di dominio che sono comuni alla privatizzazione dell’acqua a Sainte-Soline, all’estrazione di materiali rari in Africa, al disboscamento e la messa a coltivazione intensiva della Foresta Amazzonica e al controllo dei semi. Il movimento ha condensato le riflessioni e le pratiche di movimenti e intellettuali ecologiste/i e /indigene/i degli ultimi quarant’anni, da Andreas Malm a Françoise d’Eaubonne, adattandole al suo contesto, lavorando nell’humus le sue teorie.
Il libro è una raccolta di scritti di intellettuali (come il testo iniziale di Philippe Descola, famoso antropologo francese, A – Accaparramento, Dalle enclosures ai mega-bacini), attivisti/e e agricoltori/trici che hanno partecipato al movimento e lo sostengono e hanno raccontato le vicende degli ultimi due anni, dal coma alle marce. È diviso, come un abbecedario, attraverso le lettere del vocabolario e ogni lettera presenta uno o più testi. Le linee che vengono aperte sono molteplici e variano dalla natura coloniale dello Stato-nazione, la critica delle tecnologie alla scelta del disarmo per fronteggiare l’insediamento del capitale privato nel paesaggio/ambiente. Ma presentano tutti un fil rouge essenziale: l’azione per la liberazione è gioiosa e vitale. È solo grazie all’azione, alle mani nella terra, al contatto e allo scontro diretto esperiti dalle persone là durante le mobilitazioni che le parole del libro acquisiscono sostanza viva, trasformando la lotta in festa, l’occupazione in restituzione, prendendo di petto le dinamiche della punizione per trasformarle in cura delle persone e dei luoghi.

All’azione simbolica rispondono con l’azione diretta sulle strutture estrattive e del cemento. All’attesa delle risposte del governo rispondono con l’occupazione e la liberazione degli spazi agricoli. I Soulèvements de la Terre cercano di porre le basi per un futuro di autonomia, in cui le persone, in accordo tra loro, rompano i confini della proprietà, della discriminazione legale e urbanistica, aprendo spazi queer adatti ad accogliere chiunque ne senta il bisogno, restituendo la biodiversità sociale e naturale alle comunità indigene e contadine. La risposta del governo francese è stata: lacrimogeni sparati all’altezza del viso, mandando diverse persone in coma, e il tentativo di disciogliere legalmente l’associazione nel 28 marzo 2023. Movimenti di diverse nature hanno risposto alla chiamata, Extinction Rebellion, Confédération paysanne, Friday’s for Future e Youth for Climate, perché la terra (e la Terra) è un bene comune e deve essere sottratto dalle logiche del Capitalocene (o Kapitalocene). Il tentativo di disciogliere l’organizzazione è caduto nel vuoto, sotto i piedi delle migliaia di persone che si mobilitarono per farlo annullare. Ma il lavoro dei Soulèvements de la Terre continua, osteggiato dagli apparati repressivi. Il libro di Orthotes quindi ci porta il loro contributo pratico alla lotta per un mondo più equo di fronte alle catastrofi climatiche che si abbatteranno su di noi. È pratico come preparare la colazione, il pranzo e la cena di diverse migliaia di persone, come il disarmo dei cementifici Lafarge nel 2021, come la connessione corpo-territorio, che si esprime nella liberazione ma anche nei meccanismi di sfruttamento che lo disegnano. Libertà, gioia, comune. Sono solo tre dei valori-pratici che il movimento ha portato, ancorandosi alle radici del marxismo libertario e aprendosi alle nuove prospettive ecofemministe-decoloniali. E l’ha fatto, come il vento, passando sopra le vecchie retoriche del “momento giusto” e del “così è troppo”. Ha dimostrato che i cambiamenti partono dal territorio, dalla vita-comune, dalla pratica-gioia. Possiamo prendere esempio sì ma dobbiamo anche essere saldi, modificarci con le modificazioni della nostra cultura, delle nostre forme di apertura, sostegno e solidarietà. Non portare i Soulèvaments de la Terre in Italia come se fossimo là. Imprimere sulla nostra pelle la forza della libertà, positiva e buona al gusto, dolce. Creare non un’alleanza ma un con-divenire tra movimenti ambientalisti e contadini e comunità queer. Il libro ha dalla sua la capacità di aprire a questo nuovo orizzonte. Il lavoro che faremo sarà la base per l’internazionalismo e l’intersezionalismo, per un mondo senza denaro e senza privatizzazioni, comunità gioiose unitevi!

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre
editore: Orthotes Editrice
anno: 2024
pp.: 200
a cura di Giovanni Fava e Claudia Terra
traduzione di Giovanni Fava e Claudia Terra
introduzione di Claudia Terra
postfazione di Ecologia Politica Network
collana: Ecologia politica
18 €
Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 35
20 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org
Last modified: 17 Mar 2025