Nel chiedere questo disegno, per l’edizione 2024 de La Terra Trema | Fiera Feroce, a James Kalinda (che sulle pareti del Folletto25603 ha dipinto molti anni fa due figure/pilatri, che è agricoltore e tatuatore), siamo partite da una possibilità di raffigurazione di conflitto. Maria Margotti, fazzoletto in testa e braccia conserte, è stato un prezioso e caro punto di punto di partenza (Ettorina Zaccheo ha portato in Cox18 una fotocopia in bianco e nero che conteneva il ritratto bronzeo a lei dedicato da Angelo Biancini – scultore oggetto della sua tesi di laurea). Altre immagini si sono materializzate intorno a questa figura: quella delle due figlie (ormai orfane di madre, perché Maria fu uccisa da una raffica di mitraglia nel corso di una carica della polizia), congelate in una fotografia che forse Biancini aveva ispirato. Gli occhi erano lama, le trecce tentacoli, le braccia conserte strette al grembo contenevano disagio e rabbia.
Maria Margotti, mondina immersa tra risaie, confluiva su cose altre e importanti, cose che avevamo nel piatto e che hanno agitato i pensieri e le riflessioni in questo 2024: nuovi ogm, la prima sperimentazione in campo di riso, nel pavese, a queste porte, e non ultima la digitalizzazione dell’agricoltura, e quello che comporta. Spartiacque epocale.
Conversazione in Sicilia, di Elio Vittorini si apre così, «in preda ad astratti furori» e «un crescente furore» diceva John Steinbeck.
Siamo intorno al 1939, per entrambe le evocazioni, ma siamo anche a oggi, ai «gemiti incomprensibili» detti da alcuni degli interlocutori/agricoltori siciliani, nello scambio intercorso intorno alle mobilitazioni dei trattori in Sicilia. Su un piano simbolico, evocativo quegli agricoltori dicevano chiaro: «ci hanno tolto tutto, vogliono sottrarre anche la nostra anima, la nostro spiritualità contadina, il sapere recondito di ognuno di noi, i nostri semi, la nostra cultura».
Una degradazione che gli “spiriti interiori”, le “anime” che ci attraversano, che ci possiedono, subiscono, nelle città come nelle campagne.
Una narrazione fatta più volte da Stefano Portelli riguardo alle città e agli spiriti dice dei tempi e dei luoghi delle possessioni e insegna, che «le città sono tutte possedute», «todas las ciudades están poseídas» come dice Manuel Delgado.
Questa epoca nuova si fa fortezza su “esorcismi” e su “esorcizzati”.
Si fa fortezza su persone e città sempre più deprivate dai propri “demoni”, dai propri “spiriti” indomabili, dalle contaminazioni impure.
Sempre meno luogo per stupore, per ignoto, per incontrollabile, per portatori e portatrici di demoni e di spiriti, per messaggi/pratiche che non siano già stati dogmati.
Quasi ogni cosa è ricondotta a controllo, costruzione, visualizzazione, condivisione, profitto capitalizzato, scongiuro, quasi ogni cosa è evento, quasi ogni cosa è delega commerciale.
Gentrificazione, sì, degli spazi degli spiriti, degli spazi occupati, dei luoghi dell’agire in autogestione, gentrificazione intima, che riguarda i nostri corpi anche e gli spiriti/le spiritualità che li attraversano, gentrificazione che parte da noi, da dentro di noi, dalle possibilità che ci diamo.
Che questi spiriti indomabili siano anche in questa Maria Margotti, apparizione indemoniata e altera, ritratta da Kalinda.
Last modified: 9 Ott 2024