Testo di Jaspal Singh
Disegno di Mattia Pellegrini e Jesal Kapadia
Traduzioni Jesal Kapadia, Mauro Melgrati e Mattia Pellegrini

Quanto pubblicato è parte di un diario che Jaspal Singh scrive e invia ad amiche e amici da oltre dieci anni. Dal 2020, da quando le rivolte dei contadini in India si sono intensificate, tratta con specifica attenzione i tumulti, le forme del conflitto e le rivendicazioni.

Il testo è stato scritto il 17 gennaio 2024, il giorno seguente uno dei più grandi scioperi della storia indiana. Pur non raccontando in maniera esaustiva la complessità degli avvenimenti in corso, traccia un punto di vista, segna una posizione, su una storia poco dibattuta in Italia: le rivolte contadine in India. È fondamentale allargare lo sguardo critico, anche in chiave decoloniale, sulle trasformazioni sociali e politiche che il presente ci impone. Sulle questioni della produzione e del consumo di cibo, sull’uso della terra e di chi la coltiva. Non conosciamo ancora le traiettorie che rivendicazioni globali (sotto forma di sciopero, riot o nuove composizioni politico-sociali), ci riservano per il futuro ma non possiamo che attraversarle cercando di capire, di conoscere, metterci in ascolto. 

L’autore, proveniente dalla regione indiana del Punjab, si è trasferito negli Stati Uniti negli anni Settanta, divenendo punto di riferimento per la comunità del sud-est asiatico di Boston e Cambridge

Negli ultimi quarant’anni ha insegnato e tenuto conferenze concentrandosi sulle filosofie dell’Asia meridionale. Attualmente si occupa dell’evoluzione della lingua punjabi e dell’ascesa del patriarcato nel subcontinente indiano. Militante rigoroso, studioso dei Veda e di trasformazioni sociali arriva sulle pagine de L’Almanacco grazie al contributo di una cara amica de La Terra Trema, l’artista e attivista, Jesal Kapadia che con Jaspal Singh intreccia ricerche, convivialità e lotte comuni.



17th February 2024
I WOKE UP TO A SHABAD BY BAGHAT KABIR FROM KIRTAN AT THE GOLD TEMPLE


Bhekhaaree Te Raj Karvai, Raja Te Bhekharee
Khal Moorakh Te Pandit Karibo, Pandit Te Mugadhaaree

Il mendicante è trasformato in re e il re in mendicante.
Lo sciocco è trasformato in un Pandit (maestro, ndr), e il Pandit in uno sciocco.

L’astuzia della storia capovolge le cose. Kabir ai suoi tempi vedeva le cose rovesciarsi. Nuove forze emergevano sulla scena e sfidavano le vecchie forze dell’oppressione statale, del patriarcato, della supremazia dei bramini, dello sfruttamento economico e del Mullashahi. Anche il nostro mondo è messo sottosopra dalle richieste di rinnovamento della storia.

Lo sciopero totale dei contadini e dei lavoratori di ieri è stato un successo completo. Il Samyukt Kisan Morcha ha sottolineato: «La rabbia degli agricoltori contro le politiche aziendali e comunitarie del governo di Narendra Modi è esplosa oggi con la loro grande partecipazione al Grameen Bharat Bandh (sciopero nazionale, ndr), un appello lanciato insieme allo sciopero industriale/settoriale in collaborazione con la piattaforma comune dei sindacati centrali, le federazioni indipendenti, le associazioni e altre organizzazioni di lavoratori, donne, giovani e studenti. L’azione di sciopero riflette la rabbia della popolazione contro la brutale repressione del governo Modi e del governo statale dell’Haryana, guidato dal BJP (Bharatiya Janata Party ndr), nei confronti dei contadini alla frontiera di Shambhu, in Punjab, in marcia verso Delhi. Una delle più grandi azioni di massa mai realizzate nell’India indipendente ha contribuito a riportare i problemi di sostentamento della popolazione nell’agenda nazionale, proprio in vista delle prossime elezioni generali della Lok Sabha (Camera del Popolo, ndr)».

Nei villaggi e nelle città le persone si sono riunite e hanno discusso la carta delle loro ventuno richieste, i problemi, le politiche dello Stato e del governo controllati dalle aziende. Hanno anche discusso le soluzioni ai problemi che devono affrontare. Molti si sono chiesti: «Fino a quando imploreremo le multinazionali, il loro Stato e il governo per avere una vita dignitosa? Non è forse giunto il momento di prendere in mano la situazione? Noi siamo l’Anndata, produciamo cibo, beni e servizi, gestiamo uffici e istituzioni. Gestiamo tutto. Perché non possiamo gestire gli affari della società, senza questi partiti politici e istituzioni che sono contro la gente?». Another world is possible.  In tutta l’India sono in corso vivaci discussioni sulle alternative tra agricoltori, lavoratori, donne, giovani e lavoratori.

La repressione terrifica dello stato è calata sulle proteste degli agricoltori. Molti leader contadini sono stati prelevati dai presidi e arrestati. Sono stati fermati sulle strade con barricate, attaccati con armi da fuoco. La risposta dei contadini è spesso molto inventiva. Un agricoltore ha trascorso cinque ore a inseguire un drone da 6000 dollari che lanciava granate lacrimogene sui manifestanti con un aquilone da circa 5 dollari, finché non è riuscito ad abbatterlo.

La Bharatiya Kisan Union (organizzazione di agricoltori indiani, ndr) ha tenuto oggi il suo Panchayat (antico sistema di governo locale, ndr) mensile a Sisauli, Muzaffarnagar. Domani anche l’SKM si riunirà per pianificare la propria strategia. Anche il governo centrale terrà domani un incontro con gli agricoltori. Ma gli incontri del governo sono visti come tentativi di ingannare gli agricoltori e la popolazione e di prolungare la loro miseria. Negli ultimi cinquant’anni i governi hanno formato molti comitati, ma gli agricoltori sono più poveri, spinti all’indebitamento e alla miseria. A causa del controllo delle imprese sui fattori di produzione e sul prezzo dei prodotti agricoli, chi lavora la terra si è impoverito mentre le imprese hanno realizzato superprofitti. Per questo motivo i contadini, i lavoratori e i braccianti stanno discutendo su come diventare essi stessi governanti e imporre il controllo delle decisioni e delle risorse da parte dei popoli, e non il controllo da parte delle corporazioni.

Il terrore del governo indiano non ha smorzato i loro spiriti. Le multinazionali che controllano lo Stato indiano possono fare di tutto per rubare le terre dei contadini e massimizzare i loro profitti. Un ufficiale dell’esercito in pensione ha detto che la situazione è peggiore che sul confine in conflitto permanente tra India e Pakistan. Quello che le multinazionali e i loro Stati hanno fatto nel Nordest, nel Chhattisgarh, nel Jharkhand e in altre aree tribali, viene ora fatto agli agricoltori indiani. Per rubare le loro terre vengono attaccati ferocemente dal governo. Ciò che per decenni è stato fatto in periferia è stato portato al centro, rivelando l’essenza della democrazia liberale: furto di terra, genocidio e repressione al servizio delle corporazioni.

Il governo di Manmohan Singh ha firmato l’accordo dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio – World Trade Organization, WTO, ndr) per consegnare l’agricoltura alle multinazionali e ai monopoli internazionali dell’agrobusiness.

Il Congresso e il governo del BJP hanno deciso di cedere le terre degli agricoltori alle imprese. La scorsa settimana Rahul Gandhi ha annunciato che, se al Congresso governerà il Centro, fornirà agli agricoltori la garanzia legale del prezzo minimo di sostegno (MSP) per i raccolti, come previsto dalla Commissione Swaminathan. Il governo del BJP ha dato un Bharat Ratna (alto riconoscimento, ndr) a Mankombu Sambasivan Swaminathan (agronomo indiano, scienziato agrario e genetista, ndr), ma non è pronto a fare ciò per cui ha lavorato tutta la vita. Swaminathan nel suo rapporto ha detto che gli agricoltori dovrebbero avere il diritto legale di ottenere il prezzo minimo di sostegno. Ma il governo del BJP non è in grado di soddisfare questa richiesta. Le promesse dei leader del Congresso, del BJP e dei partiti delle multinazionali sono state costruite per ingannare il popolo, per ottenere voti, per andare al potere e per eseguire i dettami delle multinazionali.

Ecco cosa hanno fatto i governi in base agli accordi dell’OMC.

Dal 1° aprile 2001 l’India è stata costretta a eliminare gradualmente le Restrizioni Quantitative sulle importazioni fino a farle scomparire del tutto. L’India ha quindi aperto il suo mercato, rendendo la comunità agricola vulnerabile alle importazioni di prodotti altamente sovvenzionati. Il mercato è già stato invaso da importazioni più economiche di latte scremato in polvere, oli alimentari, zucchero, tè, arachidi, mele, cocco, ecc.

L’abile manipolazione dei loro impegni, volta a ridurre i sussidi in India, è corrisposta in realtà a un aumento dei sostegni alle aziende agricole dei Paesi sviluppati.  Negli Stati Uniti i sussidi alle proprie società agricole sono aumentati enormemente: nell’ultimo anno sono stati erogati 39 miliardi di dollari in più.
L’India si è impegnata a eliminare i sussidi all’agricoltura nell’ambito del Programma di Aggiustamento Strutturale della Banca Mondiale e del FMI (Fondo Monetario Internazionale, ndr).

Si prevedeva che, grazie alla riduzione del sostegno interno nei Paesi sviluppati, la produzione di cereali si sarebbe spostata dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo. L’evidenza empirica, tuttavia, dimostra che tale tendenza non è affatto visibile. Inoltre, con questi massicci sussidi e con l’abolizione delle Restrizioni Quantitative sulle importazioni, l’India sarà sicuramente sommersa dalle importazioni di prodotti alimentari.

L’OMC consente solo a venticinque Paesi di fornire sussidi all’esportazione per i loro prodotti agricoli e di base. L’India, tuttavia, è intenzionata a sostenere il Gruppo di Cairns (paesi esportatori di prodotti alimentari, ndr) che chiede l’eliminazione dei sussidi all’esportazione, senza rendersi conto che l’adesione a tale gruppo comporterà problemi su vari altri fronti.

Il Ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto che, nonostante la definizione delle regole, i guadagni previsti sono sfuggiti ai Paesi in via di sviluppo. Si era detto che con l’eliminazione delle misure di distorsione del commercio, le esportazioni agricole dei Paesi in via di sviluppo sarebbero aumentate. Ciò non è avvenuto. Al contrario, l’India ha registrato un massiccio aumento delle importazioni di prodotti e materie prime agricole. Nel 2022 l’India ha importato 197 miliardi di rupie (più di 2 miliardi di euro, ndr) di verdura e frutta e quasi 1700 miliardi di rupie di olio vegetale. Il cosiddetto sistema di commercio equo e solidale non ha nemmeno aiutato i produttori efficienti a ottenere un prezzo più alto per i loro prodotti. Al contrario, i prezzi della maggior parte delle materie prime agricole sono in calo sui mercati mondiali. È evidente che, indipendentemente dal partito al potere, l’agenda delle imprese ha avuto la meglio sui bisogni degli agricoltori e dei cittadini.

Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 33
20 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org

Last modified: 19 Set 2024

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