La Carta dei Vini della Terra è un pezzo prezioso di un percorso.
Ogni vino scelto è archivio della terra, assaggiato, annusato, ascoltato.
Ogni nome, ogni bottiglia è volto, paesaggio, profumo, colore e consistenza della terra, acqua, pietre. Storie che abbiamo ascoltato di fronte a geometrie di viti.
Abbiamo cercato di vederne, assaggiarne il più possibile.
Carta dei Vini della Cascina Caremma
Carta dei Vini della Cascina Selva
Carta dei Vini del Circolo Maite
Carta dei Vini del Folletto 25603
Carta dei Vini del Leoncavallo s.p.a.
Carta dei Vini dello Spazio Polaresco
La piccola Carta dei Vini del Folletto25603 è da qualche anno a disposizione di chi viene a trovarci.
Nel 2008 l’esperienza è partita anche al Leoncavallo s.p.a. con una selezione di vini pensata appositamente per questo spazio.
Dopo qualche mese Gabriele Corti, della Cascina Caremma di Besate, nel punto ristoro del suo rinomato agriturismo ha scelto di adottare una Carta della Terra.
Nell’inverno 2010 una nuova Carta dei Vini della Terra è stata adottata nello spazio ristoro della Cascina Selva di Ozzero (MI): Luca Sala, giovane gestore del punto ristoro con entusiasmo e curiosità ha costruito la sua personale selezione durante La Terra Trema al Leoncavallo.
Dopo qualche collaborazione con La Terra Trema anche il circolo Maite di Bergamo ha deciso di adottare la carta, presentata in occasione del XXX Bergamo Film Meeting.
Le Carte dei Vini della Terra, carte dedicate ai piccoli vignaioli e ai loro grandi vini, con autocertificazione e prezzo sorgente. (disponibili su www.laterratrema.org/carta-dei-vini).
L’invito è rivolto soprattutto ai vignaioli, agli agriturismi, ai ristoranti, ai centri sociali e a tutti gli spazi sociali per discutere di questa esperienza e confrontarsi con chi sta sperimentando queste speciali carte.
Con l’augurio che altri decidano di adottare una carta della terra nei propri spazi.
Anche così le economie girano altrove, le misure prendono forme umane, le vite piccole si trasformano.
Senza distributori, agenti e rappresentanti.
La Carta dei Vini della Terra è anzitutto strumento, oggetto di relazione. Come tale chiama in causa le parti fondamentali del delicato processo distributivo del vino: chi produce, chi (ri)vende, chi acquista.
Il vignaiolo, il contadino. Nella Carta dei Vini è colui che racconta il proprio lavoro attraverso uno strumento, complesso ma efficace, l’autocertificazione inserita nella Carta.
L’autocertificazione da lui stesso redatta racconta, ad esempio, di processi di produzione, di territorio, di pratiche di conservazione, di modalità d’imbottigliamento, presenta qualità e considerazioni sull’annata e sul proprio vino.
Cosa produce?
Produce un vino di qualità, spesso in piccole quantità. Nell’autocertificazione racconta delle scelte di coltivazione e produzione, spesso severe perché regolate dal pieno rispetto per l’ambiente che lo accoglie, con trasparenza egli specifica se ha usato e perché trattamenti, narra la storia delle sue vigne, mette nero su bianco la vita sua e della propria terra, i rapporti con i suoi lavoratori. Questa narrazione senza intermediari è attiva, verificabile, responsabile.
Che si tratti di un piccolo spazio occupato nella provincia di Milano (http://www.laterratrema.org/carta-dei-vini), del bar del Centro Sociale più famoso d’Italia, o del luogo di ristoro di un agriturismo importante, la questione del prezzo finale del vino rimane uno dei nodi decisivi.
Capita che i vini siano sopravvalutati, da mode, speculazioni, marketing, rappresentanze, esigenze di mercato o, al contrario, avviene che essi siano svalutati, sotto pagati al contadino.
Più raramente succede che si cerchi di ragionare sul giusto valore. Quando accade che chi (ri)vende (sia questi enoteca, ristorante o altro) decide di accostare al prezzo finale, il prezzo sorgente, vale a dire il prezzo che il vignaiolo pratica in azienda senza intermediari, si fa un passo in tal senso.
Cosa (ri)vende?
(Ri)vende una bottiglia di vino complessa, che è storia e vita. Propone un atto di responsabilità che aggiudica finalmente al vino e al vignaiolo il giusto prezzo.
Chi acquista un vino in enoteca, al ristorante, in un supermercato si trova il più delle volte di fronte a una bottiglia, un’etichetta ben disegnata, descrizioni sommarie su abbinamenti, retrogusto, territorio d’appartenenza.
L’autocertificazione, quando è parte integrante di una Carta dei Vini, porta un messaggio: quello del produttore a chi ha deciso di assaggiare il suo vino. E racconta di un lavoro forse mai immaginato fin nei particolari, perchè un’etichetta non basta e le cose sono sempre più complicate, i disciplinari europei d’etichettatura non permettono troppe declinazioni e la grammatica burocratica è fredda, scarna, riduttiva. Per questo è delizia scoprire tra le righe le considerazioni dei vignaioli sui propri vini, pure con terrena franchezza.
Cosa acquista?
Acquista consapevolezza e sapere oltre che la gioia di godere di un vino come poesia. Ed è partecipe protagonista di un’economia diversa.