EDITORIALE | COSTRUIRE UNA FIERA, FEROCE

Il lavoro del costruire la Fiera Feroce attraversa fasi. Momenti di confronto intenso tra noi, momenti di confronto con chi partecipa, con chi vorrebbe farlo. Agosto è il luogo di questo scambio. Per voci o in forma scritta si rinnova il dialogo con chi si propone o con chi risponde al nostro invito. Spesso il dialogo si apre oltre il sì e il no, e giunge a noi il quotidiano di chi scrive: le valutazioni sul lavoro di un anno, la vendemmia che si avvicina, le previsioni, i guai, le gioie. Quanto ricevuto da Yutta e Mimmo di Pantun è il resoconto lucido di uno stato delle cose su cui vorremmo soffermarci, per aprire un confronto. Per questo abbiamo chiesto loro il permesso di pubblicarlo.



21 agosto 2024

Ciao cari, come state? 
Noi abbiamo finito vendemmia e vinificazione che sono state rapidissime per la mancanza di uva e così sarà la raccolta delle olive e pure per l’orto, che non ha portato niente.
Tutto questo accade a causa di una siccità iniziata tre anni fa e che quest’anno è stata estrema.
Da più di un anno non vediamo pioggia, anche in questi giorni dove, qui intorno, a macchia di leopardo, ci sono state bombe d’acqua. Qui non ha piovuto.

Il caldo estremo di luglio e agosto (39/41 gradi) e la mancanza di acqua nel terreno sottopongono le piante a un sacrificio enorme. Stanno seccando, soprattutto le viti giovani e gli alberi da frutto. Ovunque il colore verde sta lasciando il posto al giallo. Anche nel bosco, dove le querce son diventate marroni e le olive sono rinsecchite. Il panorama è deprimente alla vista.

Gli agricoltori che hanno più terra stanno trivellando il terreno per fare pozzi artesiani che hanno costi economici incredibili: cinquantamila euro solo per il buco, a cui si aggiungono i costi energetici (per portare l’acqua su da 300 mt servono pompe che hanno bisogno di un minimo di 12 kW), e ambientali, dal momento che la falda sotterranea si sta prosciugando. Gli  agricoltori che stanno nella zona in basso, a 60 mt s.l.m., hanno iniziato con le trivellazioni già diversi anni fa per dare acqua agli agrumeti e alle uve da tavola, oggi non riescono più a soddisfare le loro pratiche di produzione perché l’acqua è salata e la falda si riempie ogni due o tre giorni.
Anche questa possibilità, seppur vada bene al momento, col tempo non sarà più efficace.
Ogni giorno si assiste al via vai di camion con cisterne che portano l’acqua della falda a casa di chi vive in campagna, agli allevamenti della zona e alle piscine degli agriturismi, molto in voga in questi ultimi anni. Date queste condizioni pensiamo che ormai non ci sia più la possibilità di fare piccola agricoltura in questa zona, e tra qualche anno sarà difficile anche per le grandi aziende. La desertificazione è ormai un dato di fatto.
Che fare allora? Stiamo cercando di capire, come andare avanti. Al momento, non senza sconforto, la teoria del passo indietro ci sembra una via; ridurre le vigne, sostituendole col grano, meno bisognoso di acqua? Commisurare la vigna in funzione della disponibilità di acqua dalla nostra cisterna? Lavorare più sull’autogestione? Siamo al momento molto confusi.
Vi aggiorneremo quando e come le cose si evolveranno. 
In questa condizione siamo nauseati dal mondo del vino. Dalle fiere nate grazie anche a Luigi Veronelli, per aiutare la piccola produzione artigianale, un settore sopraffatto dal vino industriale, si è arrivati a un proliferare di fiere e quant’altro, avrà un senso tutto questo? Ci sarebbe da discutere.
Vi chiedo quale sarà il tempo massimo per aderire a La Terra Trema. Stiamo cercando di capire se abbiamo vino sufficiente, energie economiche e organizzative per affrontare la Fiera.
Al momento un abbraccio a tutti.

Mimmo



Caro Mimmo,
in queste righe metti in fila temi importantissimi che fotografano una condizione drammatica e sempre più diffusa. Alle giuste domande che proponi occorre provare a dare delle risposte.
Nel nostro piccolo continuiamo a sforzarci affinché resti aperto un ambito di riflessione, di relazione, di sostegno per le agricolture come la vostra. Uno spazio di pensiero critico, di autonomia. Quest’ultima sempre più a rischio, come gli spazi di autogestione a Milano e in Italia.
Quest’anno, venerdì 29 novembre, cadrà il ventesimo anniversario della scomparsa di Luigi Veronelli. Con Simonetta Lorigliola stiamo pensando, durante la Fiera Feroce,  a due momenti di confronto con una decina di vignaioli/e a noi cari. Persone che hanno segnato il nostro percorso, rappresentative di un modo di intendere la viticoltura, di una storia nata con Critical Wine, Veronelli e i «giovani estremi» e che ha continuato a camminare con La Terra Trema, addentrandosi in nuovi sentieri, aprendo strade straordinarie. Da subito, ci siamo dette/i che tra le esperienze da coinvolgere in questa speciale degustazione doveva esserci Pantun. Desideriamo che siate con noi il 29 o il 30, nella forma che preferite, per questo importante momento di condivisione e confronto.
Tenete la posizione!
Siamo con voi, la vostra sfida è anche la nostra.
Un abbraccio forte da tutta la ciurma.

Paolo


Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 34
20 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org


foto: Nicolas Paladino

Fotografia: Nicolas Paladino

Last modified: 22 Nov 2024

One Response to " Costruire una Fiera, Feroce "

  1. sergio taricco ha detto:

    Ciao, siamo una piccolarealtà vitivinicola della Langa Albese e non conoscevo questa realtà di fiera resistente, resistente al business delle fiere vinicole che sta assorbendo le energie fisiche ed economiche delle piccole aziende, resistente alla tentazione delle grandi firme e dei brand più famosi per difendere i vignaioli veri, quelli con le mani sporche di terra, macchiate dal vino.
    Sono interessato a partecipare se fosse possibile con la mia azienda, come posso mettermi in contatto? Grazie, Sergio.

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