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EditorialiL'Almanaccoslider


La meraviglia di Babilonia è questo giardino terrestre
che dobbiamo coltivare e difendere
dalle forze mortifere che lo hanno sempre assediato

Bernard Charbonneau

L’incontro del 27 Giugno è avvenuto nel pieno di qualcosa che sembra un precipitare catastrofico.
Agricoltori, agricoltrici, custodi di semi, nanoproduttori, rappresentanti di gruppi e organizzazioni da tutta Italia, hanno risposto all’invito a partecipare a “Dal riso al pianto. Contro nuovi OGM e digitalizzazione delle agricolture”. Organizzato da La Terra Trema e ospitato in Cascina Caremma (Besate, MI), a una manciata di chilometri dal campo preposto, a Mezzana Bigli, per la sperimentazione del riso nuovo, cultivar Telemaco RIS8imo, riso migliorato, a detta dei biotecnologi che lo hanno editato.
Oggi quel campo non c’è più, la sperimentazione, al momento, è fallita, messa in standby.

Dal riso al pianto” è avvenuto, non per via di un caso, in un luogo cinto di risaie che di anno in anno rinascono dalle proprie stesse sementi, dalle naturali evoluzioni della propria storia, del patrimonio a loro innaturato, del sapere di chi, quei grani di seme, li ha scelti, selezionati, messi da parte.

Nel fermo immagine del catastrofico precipitare che ci ha chiamato a raccolta, lo scenario è grottesco.
Il Decreto Siccità del Governo italiano, dicendosi nell’urgenza di far fronte al caos, ha introdotto nel 2023 la possibilità di testare in pieno campo organismi modificati con nuove tecniche genomiche e ha spalancato le porte al rischio di contaminazione delle biodiversità locali, al monopolio, alla brevettabilità degli elementi naturali.
Al Parlamento Europeo è avviato, ma non ancora approvato, l’iter per la deregolamentazione e liberalizzazione dei nuovi OGM.

Con slancio il made in Italy cede il passo all’edit in Italy. E le istituzioni, i media e i più rappresentativi tra i sindacati di categoria applaudono a piene mani, a pieno addome.

Eppure questa sperimentazione è violenta ingerenza. E noi abbiamo pena del suo stare nel mondo coltivato di «cellule piangenti», di organismi sterili, mai fertili, abbiamo pena di questo affondare dal riso al pianto, del supplizio lancinante del seme nella tecnologia digitale. 

Anni di utilizzo di OGM nel mondo dicono già di non aver risolto problemi, di non aver salvato, di non aver sfamato. Anni di utilizzo di OGM nel mondo hanno amplificato consumo e uso di pesticidi, hanno rafforzato monopoli, controllo e monetizzazione, delle sementi, dei mezzi di produzione. 

Il quadro pastorale disegnato, text to image, dai biotecnologi è distopico e alieno, fonda su una produzione agricola privatizzata, brevettabile, è a suo agio su scala megaindustriale e laboratoriale. Strumento corporativo di controllo, al soldo dell’agroindustria, lascia alle spalle tutto, sapienza contadina, valutazione del rischio e principio di precauzione, tracciabilità, etichettatura.

«La vita, quando vive, tende a gioire». 
È nel colpo d’occhio, è nel «primo sguardo»: nei fiori di malva e camomilla scelti da Paolo, nei campi a riso di Gabriele, nelle spighe di grano di Giuseppe, nella sua popolazione di semi, nelle sementi custodite da Alice, nella falce pensata di Francesco, nel grano saraceno e nelle patate di Patrizio, nella vita inconsueta di Isa, nell’arsura da affrontare con ingegno, nelle rotazioni vissute nei pensieri, nella prova, nel tentativo, nella fatica, nell’esito, nella tecnica, nel saper ripensare alle dimensioni e al portato delle produzioni.

Il precipitare catastrofico che abbiamo avanti agli occhi non ha niente di questo, è un orizzonte di ventotto metri quadri circoscritto da rete metallica, è un campo d’inguardabile, che nasce e mette sé stesso sotto assedio, in recinto, monitorato da sensori, controllato da telecamere, custodito da esperti in colture in vitro. Telemaco è un cavallo di Troia, è un figlio che tiene in assedio l’astuto padre.

L’agricoltura che sostiene noi di questo mondo è contadina, piccola, familiare. Il resto è canto di sirena, invenzione retorica, investimento apocalittico.

Questo primo incontro è avvenuto tra agricolture che vogliono essere libere dalle contaminazioni arcane dei TEA, degli NGT, che smarcano i brevetti, lo sfruttamento assassino di suolo, risorse, vite. Muove verso relazioni tra persone, sementi e t/Terra, relazioni, relazioni nella sostanza umane, affettive, tattili, biodiverse. Che sappiano nuotare questa piccola marea di opposizione. 

Fotografie: Laura M. Alemagna



Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 33
20 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org

Last modified: 30 Lug 2024

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