Con questo nuovo numero de L’Almanacco si apre la nuova annata 2023.
Lasciamo alle spalle un’edizione importante della Fiera Feroce, la prima di una nuova epoca, che oltre a darci conferme ha fornito elementi nuovi su cui riflettere e lavorare.
I territori, l’agricoltura, i vini, i cibi e la cultura materiale restano terreno per sfide cruciali, ma c’è bisogno di ridefinire il lavoro fatto fin qui scaricando altrove la retorica, i marketing, l’ipocrisia di cui si nutre questo capitalismo violento e mortifero.
Per quanto ci riguarda è tempo di marcare sempre più le differenze, i confini e le complicità dalle narrazioni hype, dalle pratiche economiche dopate, anche da quelle apparentemente vicine a noi e che, a ben guardare, sono solo terreno di speculazione a suon di belle etichette, sbandieramenti, autoreferenzialità, fandonie e spesso ricetto per vino di bassa qualità: grossi difetti di partenza, pessimi prodotti in bottiglia e nessuna, ma proprio nessuna, trasformazione per le vite di tutte e tutti.
Ostinatamente continuiamo, non senza fatiche, a portare avanti progettualità, pratiche e pensiero critico. Tra queste continuano a esserci le pagine che avete tra le mani, imprescindibili al progetto complessivo de La Terra Trema.
Lo facciamo con armi spuntate, usurate, retrò: autogestione e autorganizzazione. Parole il cui senso non può essere dato per scontato e che sarebbe anche ora di ridefinire alla luce di elaborazioni teoriche e critiche, pratiche ed esperienza attuali, dell’oggi. Consapevoli dei limiti, dei fallimenti, ma anche della forza e delle possibilità attivanti e trasformatrici.
Lo ribadiamo ogni volta, a questi tempi catastrofici non si sfugge, occorre trovare compagni di viaggio con cui instaurare relazioni e legami solidi, forti per capire bene come attraversarli, insieme. Vigne, carcere, istituzioni totali, comunità di luogo, colture, dispositivi di controllo, sudditanza al digitale, gentrificazione di città e campagne. Non ci sono distanze che tengano.
Per questo continuiamo ad animare, vivere e difendere i nostri spazi (di autogestione) sempre più accerchiati da processi di digitalizzazione, finanziarizzazione, speculazione immobiliare e miseria culturale.
Per questo in queste sedici pagine su carta troverete la storia di un’altra esperienza agricola e amicale importante, “naturale”, ma non scontata, non ordinaria, in un territorio “interno” e “marginale” raccontata da Laura M. Alemagna: Casa Brecceto, vignaioli ad Ariano Irpino (AV).
Per questo torniamo, aprendo un dibattito importantissimo, sottolineando le differenze di sguardo e di paradigmi, con Lucia Tozzi sui processi di gentrificazione e colonizzazione dei territori “marginali” e delle città con la complicità di un terzo settore fattosi impresa e complice di un capitalismo finanziario e digitale.
Per questo Guido Celli chiede di Istituzioni Totali a William Frediani (studi classici, laurea con lode in Conservazione dei Beni Culturali, ex prigioniero, arrestato per “propaganda sovversiva” nel 2004 e condanna per “associazione eversiva” nel 2009).
Per questo Mattia Pellegrini racconta della rivoluzione di Sirio, Valentina, Paolo, Nilo e di tutta la comunità dei Tetrabondi.
Per questo la poesia di Elisabetta Cipolli, «nell’urgenza del divario, dalla cognizione delle differenze e dalla messa in critica dello stato delle cose».
Da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 28
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100 | 2 colori
Per ricevere e sostenere questa pubblicazione: info@laterratrema.org
Last modified: 14 Mag 2023