Domenica 13 Dicembre è nato il nuovo presidio all’ex autoporto di
San Didero. A seguire il comunicato sul recupero dei terreni e l’invito a
raggiungere il luogo.
Mercoledì 16 Dicembre, ore 17.30
INAUGURAZIONE DEL NUOVO PRESIDIO EX-AUTOPORTO DI SAN DIDERO
Merenda condivisa, vin brulè e momento di confronto sul nuovo spazio e sulle prossime iniziative.
LA CURA È NELLA TERRA
In questo momento pandemico, dove con i continui tagli alla sanità degli
ultimi anni ci si ritrova un sistema sanitario senza strumenti, sembra
ancora più assurdo continuare a sprecare miliardi di euro per la
costruzione del Tav.
Secondo il progetto di TELT, nell’area di San Didero dove sorge il
vecchio autoporto (mai entrato in attività e oggi ridotto a dei ruderi)
verrà costruito un nuovo autoporto che sostituirà quello attuale di
Susa. Nella piana segusina, infatti, non si sa nemmeno cosa sorgerà:
forse una stazione internazionale, forse una discarica per lo smarino
estratto dai lavori del tunnel. Ciò che gli interessa è trovare un modo
per spendere i soldi.
La gestione di questa seconda ondata pandemica mostra bene cosa viene
considerato “importante”, e quindi da proteggere, e cosa sacrificabile,
in nome della lotta alla crisi sanitaria. Salute, malattia, benessere
dipendono dall’ambiente e dalle condizioni in cui ognuno vive.
Il degrado delle terre ex-autoporto di San Didero non è dovuto
all’abbandono, ma a quarant’anni di “cultura industriale”. Coloro che ne
hanno avuto possesso finora non hanno diritto a continuare ad averle in
affido, tanto meno a peggiorarne lo stato.
La cementificazione è per sempre. Chi ha inquinato, sversato,
sepolto rifiuti o non ha fatto nulla per impedirlo, non si pulisca la
faccia con promesse di bonifica. Il loro interesse sono i soldi e la
cementificazione permanente e irreversibile di un altro pezzo di Valle.
Gli industriali seguono i loro interessi. Non vogliono nuove
infrastrutture per dare “lavoro alla gente”, ma il contrario: vogliono
collegamenti veloci per delocalizzare, chiudere e licenziare. Non
dobbiamo ringraziarli di nulla.
I cantieri per l’alta velocità vengono prima occupati con la forza e
poi legittimati con le procedure di esproprio. La legge è il vestito
buono del prepotente, è arroganza legalizzata. Nessun diritto per chi
abusa della terra.
Il Covid-19 è causato da un virus, ma la pandemia dal sistema
sociale in cui viviamo. Le misure di protezione dal virus sono
necessarie per proteggere noi stessi e soprattutto le categorie più
vulnerabili, ma le cause della pandemia vanno combattute sul piano
sociale e storico. Dobbiamo affrontare il modo in cui l’uomo vive sulla
terra, l’industrialismo, l’urbanizzazione, la globalizzazione.
Hanno appena assegnato il primo appalto per l’inizio dei lavori che
partiranno a San Didero. Di una gara di quasi 50 milioni di euro, 5
milioni verranno destinati unicamente alla costruzione di una recinzione
a “difesa” dei terreni interessati dai lavori che trasformerà l’area in
un nuovo fortino di TELT. Da contratto, i lavori per la presa di
possesso dei terreni dovrebbero cominciare entro il 31 dicembre 2020,
pena la perdita dei finanziamenti europei.
Per questo da oggi saremo presenti qui, con un presidio fisso, a
occupare i terreni che dovrebbero venire recintati.
Se dovranno venire su queste terre per la presa di possesso, ci
troveranno qui.
Non vogliamo un nuovo autoporto, né qui né altrove. Non vogliamo il Tav!
Last modified: 16 Dic 2020