Accade che i luoghi si abitino di persone rifuggendo la regola della massificazione, dell’abbandono, dell’aberrazione e della speculazione. Succede che prendano ad animarsi vivaci, irrequieti, diversi proprio perché attraversati da vite, azioni, pensieri discordi.
Altrove dai non-lieux. Al Bilancione ad esempio.

Testo di Collettivo No Porto
Foto di Adriano Marchesi

Siamo la ciurma a guida di palafitta in mare
D’un posto che altre genti usavan per pescare
Siamo pirati a terra, ribelli ad ogni costo
Siamo un pensiero limpido che diventò avamposto

Il Bilancione occupato, è in un luogo paese, sul lungomare impossibile che sgorga nel mare degrado dell’Idroscalo pasoliniano; ma dall’altra parte del mondo romano, un comune che fa comune sulla pelle livida dell’ambiente, sulla speculazione, sulla distruzione. 

Il comune di Fiumicino, situato nell’area sud-ovest di Roma, rappresenta un territorio nel quale le mega-opere hanno radici antiche e hanno condizionato fortemente lo sviluppo del paese sin dal secondo dopoguerra. La presenza del mare, di vaste aree agricole e vasti territori non urbanizzati, l’hanno reso oggetto di una serie di progetti infrastrutturali con chiare finalità speculative tra le quali: l’aeroporto intercontinentale, il più grande d’Italia per numero di passeggeri e per il quale è previsto un raddoppio non necessario, il porto commerciale, per la cui realizzazione sono stati stanziati fondi dalla banca degli investimenti europea, l’interporto e il porto turistico della Concordia; opera da 1500 posti barca per yatch di lusso, presentata come il più grande porto turistico del Mediterraneo, ad oggi realizzato solo in parte. 

Ove il cemento avanza, a divorar le sponde
Ove il fantasma porto lascia macerie immonde
A ribadir che il mare è di chi mai s’arrende
E se la nave affonda l’anima mai soccombe

In particolare, il Porto della Concordia, che minaccia di far scomparire gran parte della spiaggia di Fiumicino sud e devastare l’area del vecchio faro, è un progetto di IP Iniziative Portuali, società a partecipazione di Acquamarcia (per una mitologia della predestinazione) creata ad hoc per tale progetto, il cui presidente è dal 1994 Francesco Bellavista Caltagirone e di Italia Navigando controllata dal ministero dello Sviluppo Economico.

Il progetto del porto come idea di sviluppo urbanistico per il litorale di Roma affonda le sue radici nei primi anni ’70, ma solo nel 5 febbraio 2010 il Porto della Concordia vede la posa della prima pietra. Per sua realizzazione la società IP ottenne un finanziamento di 325 milioni di euro e la concessione di 90 anni da parte della regione Lazio di un’area demaniale marittima di oltre 100 ettari, con l’onere vincolante di realizzare una serie di opere accessorie quali: adeguamento della viabilità, sistemazione aree verdi, riqualifica delle zone adiacenti al porto. Tuttavia, le risorse economiche finanziate sono state presto prosciugate all’interno di un sistema di sub-appalti chiaramente speculativo, con la riduzione progressiva dei costi di esecuzione ad ogni passaggio. I lavori erano già fermi da mesi in conseguenza dei mancati pagamenti delle imprese appaltatrici quando, nel 2012, tutta l’area venne messa sotto sequestro a causa dell’inchiesta da parte della magistratura che vedeva coinvolto il presidente di IP Francesco Bellavista Caltagirone, con l’accusa di truffa nelle pubbliche forniture. 

Si è così creata la situazione di un cantiere fantasma, ettari di mare e spiagge recintate e un degrado generale che rendeva inaccessibile un’area di grande valore storico culturale, oltre ad un luogo fisico ed emozionale significativo per gli abitanti di Fiumicino.

Come ogni onda segue l’onda che la precede
Un faro che risplende sarà la nostra sede
Ad indicar la strada per chi dal mare arriva
Per abbracciar fratelli strappati alla deriva

Il mostro aeroporto crea posti di lavoro stagionali, precari e pericolosi ma è anche l’unico incubatore di occupabilità della zona. Attivo sin dagli anni ’60 ha contribuito alla disgregazione del tessuto sociale e ha prodotto una regressione culturale unica nel suo genere, che si è concretizzata in una sostanziale incapacità di opposizione al capitalismo neoliberista sul territorio. Le grandi opere vengono percepite come necessarie e potenzialmente positive per lo sviluppo del paese da gran parte dei cittadini di Fiumicino, irretiti da promesse di ricchezza futura, dai posti di lavoro e dal mito del progresso.

In questo modello di sviluppo del territorio c’è la tendenza a mantenere determinate aree in uno stato di abbandono e incuria, volto a giustificare la realizzazione delle opere in quanto portatrici di riqualificazione in zone ormai degradate. A questa miseria sentimentale e ambientale noi opponiamo la bellezza naturale e libertaria di un palco sul mare, liberato, inscenato.

E allora allarme allarme, pronti con la risposta!
Fermi contro chi specula noi difendiam la costa!
E allora allarme allarme, quando il nemico impera
Seppur con armi impari o libertà o galera!

Cercando un’alternativa, un’opposizione fisica all’oppressione che le speculazioni edilizie rappresentano per questo luogo, pochi mesi dopo il sequestro dell’area di cantiere, nell’aprile 2013, abbiamo occupato uno dei Bilancioni abbandonati, una palafitta costruita sul mare, una struttura storica adibita alla pesca, un luogo d’incontro con il mare e tra le persone.

L’occupazione del Bilancione, che è nata dall’esigenza di riappropriazione fisica di uno spazio che ci era stato sottratto in nome del profitto, ha dato l’impulso alla nascita del Collettivo NO Porto. 
Vediamo nella liberazione del Bilancione, il simbolo della resistenza contro il Porto, la possibilità di dare una risposta concreta ad un’esigenza di valorizzazione ambientale, sociale e culturale.
La nostra resistenza si fonda sul legame, il contatto tra noi e il luogo, tra noi e l’orizzonte. 
Siamo un gruppo di amici e amiche appassionati di sale, di pasta asciutta in costume, di sfiancarci con i giochi d’acqua. 
Ci auto gestiamo, ci riuniamo in assemblea, giochiamo molto. Il gioco è gratis, è libertario, è divertente. Il lusso è l’ambiente.
Crediamo di poter opporre all’abbandono, l’irrisione della vita bella, che preme dall’alto, i tuffi, i bagni, le telline appena pescate.
Un modo ludico di stare insieme, per riappropriarci, durante le bilanciadi, le prime olimpiadi del mare, nostro evento annuale sacro, e tutti i giorni, la pratica del divertimento rivoluzionario per riqualificare e riqualificarsi, per strappare un pezzetto al mostro che avanza.

Il bilancione è qui, la distanza dal punto più alto della cima più alta, della vetta rialzata, del punto di fuga più eminente, per tuffarsi.
Insomma.

da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 14
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100 | 2 colori

Last modified: 25 Nov 2019

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