Un’amministrazione che da una parte cede ad asfalto e cemento, al canto delle sirene della Grande Distribuzione Organizzata, alle entrate facili a suon di oneri di urbanizzazione e dall’altra prova maldestramente a cavalcare l’onda del buon cibo bio, dell’eccellenza locale, della produzione di qualità cade in una grossa, evidentissima, contraddizione; si pone in una posizione quanto meno schizofrenica e le tocca solo di dover prenderne atto, assumersi le responsabilità di un atteggiamento incoerente oltre che devastante.
Accade ad Abbiategrasso che aziende agricole importantissime per il territorio come Cascina Caremma, Cascina Gambarina e Cascina Fraschina pronuncino un sonoro “no grazie” di fronte all’invito dell’amministrazione comunale e della sua società di servizi a partecipare alla Fiera di Ottobre con etichetta bio: le scellerate scelte dell’amministrazione in merito all’ambiente sono inconciliabili con il lavoro che queste aziende svolgono da decenni.
L’eccellenza agricola del territorio, la produzione di qualità, le economie contadine che funzionano, il paesaggio magnifico non sono solo slogan buoni per i manifesti delle fiere cittadine, sono frutto sudatissimo di pratiche attente, lunghe, radicate, coscienziose e non passano di certo (e, a ben guardare, non sopravvivono neanche) per i centri commerciali e i chilometri di asfalto.
Il piano attuativo di Essedue srl sul Pagiannunz, i 15.000 metri quadri di commerciale e gli altri 18.000 di residenziale, la tangenziale Magenta-Ozzero (le sue lottizzazioni e il suo impatto catastrofico) non sono compatibili con chi lavora per la tutela reale del territorio, con il suo benessere culturale e ambientale.
A questi/e agricoltori/trici va dato il merito di una presa di posizione forte, coraggiosa e coerente.
Last modified: 20 Ott 2019