Feroce e fiera
Autunno e poi inverno. Tra queste stagioni, tra questo e il prossimo numero de L’Almanacco avrà luogo, dal 30 novembre al 2 dicembre 2018, La Terra Trema, Fiera Feroce di vini, cibi, cultura materiale, dodicesima edizione. Dodici anni (di più) è un arco di tempo grande, per noi, per il mondo del vino, per le storie dell’agricoltura che abbiamo incontrato e accompagnato, per una manifestazione che continua a lavorare su se stessa e sul mondo a cui dà voce in autogestione totale.
Abbiamo cambiato e visto cambiare il panorama politico, culturale, economico, materiale che ruota intorno a vini e cibi di qualità, intorno agli ambiti agricoli, urbani e periurbani che lo generano o che lo affossano.
Vittorie e sconfitte. Rivoluzioni e appiattimenti. Conferme e smentite. Impegno spropositato e fuffa truffaldina.
Fasi, tendenze, mode. Crescite, consolidamenti, epopee. Intorno a vino e cibo abbiamo visto imbastire un ordito controverso e intricato.
Val bene la metafora per raccontare quel che accade intorno all’agricoltura contadina nazionale e a chi vuole assumerne le fattezze. Ficus watkinsiana altrimenti detto Fico strangolatore, arriva sulle altre piante dall’alto, trasportato dal guano di uccelli che ne hanno assaggiato i frutti. Trovato un pertugio tra i rami o nel tronco quel seme cacato comincia la sua vita parassita sulla pianta ospite sottraendole tutto, acqua, luce, ossigeno, nutrimenti; prendendone le forme con le sue liane avvinghianti arriva fino a strangolarla, privata d’ogni linfa vitale.
Fico strangolatore, nomen omen.
Il cibo, è assodato, è grimaldello, strumento efficace per le food policy nei food district delle cities of food.
Politiche sul cibo che per nulla riguardano la produzione ma solo la sua vetrinificazione. La sua messa in mostra in città esclusive, capitalizzate, privatizzate, per pochi, sempre per gli stessi.
Abbiamo parlato di vini e cibi per parlare di territori, di socialità, di piccole economie da tutelare con radicalità, con ardore.
Per questo i solchi che ci separano si sono fatti più evidenti, più profondi.
Per questo chiediamo si faccia una scelta. Le misure si sono accorciate, bisogna farci i conti. Per non rimanere avviluppati.
Nel nostro dirci ancora materia fecciosa e insolvibile, racaille, di questo sistema, altra cosa, lasciamo queste riflessioni per una nuova occasione di confronto nell’imminente edizione de La Terra Trema.
La Terra Trema
da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n. 10
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 100 | 2 colori
Per la lettura di questo e dei prossimi numeri de L’Almanacco potete scrivere a info@laterratrema.org
o cercare la vostra copia in uno di questi nodi di distribuzione autogestititi dai sostenitori.
Last modified: 20 Ott 2019
Pasolini diceva:”pensano allo sviluppo e non al progresso!”…C’e’ una notevole differenza tra i due termini che vede il primo (lo sviluppo) essenzialmente volto al profitto, mentre il secondo (il progresso) considera come valore primario il benessere sociale.Questo diceva Pasolini. Lo “sviluppo”e’ produzione di beni materiali e superflui,che non servono ma che anzi intasano, opprimono, alimentano le discariche.Invece il “progresso” e’ produzione di beni che servono davvero, che possono anche non essere beni materiali, ma lavoro per tutti e cura per l’ambiente.. Il “progresso” è dunque una nozione ideale (sociale e politica): la dove lo “sviluppo” è un fatto pragmatico ed economico.
Io credo che tutti questi luoghi che avete visitato siano apounto “luoghi di resistenza”, creati da persone coraggiose che vanno contro lo sviluppo e verso il progresso sociale politico ambientale e di conseguenza economico si’ “economico”. Perche’, e’ vero, “La terra trema”, si ribella! E tutto parte dalla terra e alla terra bisogna ritornare… in tutti i sensi.
Bravi continuate cosi’a “cercare” e trovare chi non si sviluppa in grandezza gonfiandosi inutilmente in maniera narcisistica autodistruttiva ma chi al contrario progredisce con consapevolezza e umilta’.