Sabato 25 novembre 2017 ore 16 | al Baretto
La Terra Trema 2017. Fiera feroce, vini, cibi, cultura materiale

L’OLIO, I CONTADINI E I CITTADINI
Incontro pubblico.
Partecipano gli olivicoltori de La Terra Trema, conducono Giuseppe Mazzocolin e Andrea Bonini.

Di narrazioni intorno all’olio extravergine d’oliva e all’olivicoltura non saremo mai sazi.
Produzione, raccolta, frangitura, qualità organolettiche di questo alimento sono questioni che emozionano; così come dinamiche innescate in ambito distributivo, economico e legislativo e implicazioni climatiche e/o parassitarie che assoggettano le produzioni nazionali sono materia con cui tutti bisogna fare i conti.
Le questioni culturali e colturali relative agli oli extravergine d’oliva suscitano oggi più che in altri anni attenzione e interesse, se n’è accorta la GDO, se ne sono accorti i grandi nomi dell’agrobusiness; entità equivoche e ammiccanti si adeguano, sussumono, propongono il “loro” cambiamento di rotta, verde e non filtrato, tra gli scaffali inadeguati dei supermercati.
Di fatto, nella sostanza, le politiche istituzionali non cambiano, non cambiano le regole del mercato, non cambiano legislazione e burocrazia; di fatto è lontanissima l’idea di un patrimonio culturale e materiale reale fatto di paesaggio, ulivi, fragranze di oli.

La piccola produzione agricola di olio extravergine d’oliva in Italia è a tutt’oggi stretta a una resistenza epica, titanici scontri da una parte, contro la produzione UE e non UE, dall’altra parametri e legiferazioni come non mai inadeguate, una totale assenza di volontà di fare della questione oli una questione culturale, la totale assenza di visione politica adeguata a fronte alle urgenze climatiche.
Serve ripensare urgentemente a pratiche che riportino verso consapevolezze cristalline: L’olivicoltura come la viticoltura. L’olio come il vino.
L’intenzione è di aprire una riflessione collettiva – cosciente, politica e “rabbiosa” – un confronto pubblico sull’ambito produttivo, distributivo, economico, legislativo per gli oli italiani, con la consapevolezza di avere (in Italia) un capitale enorme drasticamente a rischio.
Al contributo consolidato di Andrea Bonini, direttore del Seminario Permanente Luigi Veronelli, si affiancherà il genio ispirato di Giuseppe Mazzocolin, vignaiolo, olivicoltore, che non necessita di presentazioni.
Veronelliano della primissima ora, comincia nel 2000 a frangere individualmente le cultivar, a raccogliere le olive all’inizio della invaiatura, poi poche ore per portare le olive in frantoio, denocciolatura, poi poche ore per trasformarle, l’immediata filtrazione, la conservazione in vasche d’acciaio, l’imbottigliamento all’ordine indicando la cultivar e l’annata.

Una cultura di impostazione produttivistica e ispirata solo a logiche di consumo è destinata a collassare per entropia, del tutto impotente a gestire l’infinita complessità dei problemi irrisolti del nostro tempo.
L’economia ha senso, allora, solo se è parte di un progetto umanistico. Ogni popolo, a qualsiasi livello evolutivo, è in grado di corrispondere a questa verità se immette nella storia comune di una società globalizzata le più belle risorse umane e culturali della propria terra.
Sarà la bellezza a salvare il mondo”.
(Giuseppe Mazzocolin, da Terra e libertà/ Critical Wine, DeriveApprodi, 2004)

Abbiamo questi obiettivi davanti a noi: una cultura da diffondere, una qualità da raggiungere, un prezzo da conquistare. Una (r)esistenza da organizzare nella concretezza del lavoro intorno alla terra. Forse uno spazio comune da costruire: olivicoltori militanti e laboratori politici metropolitani”.
(Daniele Corrotti e Marco Noferi, da L’Almanacco de La Terra Trema n.06, Autunno 2017)

 

 

Fotografia di Jacopo Fiore.

 

 

 

Last modified: 20 Ott 2019

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