In alto i calici

2052

Written by:

Nei 40 anni di occupazione appena compiuti dal Leoncavallo ci sono infiniti strati di storia nazionale. Gli ultimi anni, poi, raccontano di svolte, incontri e nuove gesta che ci riguardano.
Di Paolo Bellati

 

Nel 2003 sbarca al Leoncavallo un’idea, una festa, che a guardarla oggi ha dello straordinario. Probabilmente, negli ultimi dieci, dodici anni, un progetto tra i più significativi e impattanti che le realtà autogestite e autorganizzate hanno saputo accogliere e realizzare per questo paese moribondo.
t/Terra e Libertà / Critical Wine
Il Critical Wine di Luigi Veronelli. Il Critical Wine della Chimica di Verona, del Leoncavallo di Milano, del Magazzino 47 e di Radio Onda D’Urto di Brescia, del Forte Prenestino di Roma, del Folletto25603 di Abbiategrasso, dell’Intifada di Empoli, del Buridda di Genova, del Dordoni di Cremona… Luigi Veronelli, l’intellettuale, il giornalista, l’anarcoenologo. Una figura importante nel mondo dell’agricoltura e del vino. L’uomo che più di tutti ha saputo rivoluzionare e valorizzare la cultura materiale e l’enologia.

In un pugno di giovani estremi e Veronelli l’intuizione per il nuovo secolo: Portare la campagna in città, nei centri sociali, negli spazi autogestiti, nei luoghi metropolitani per eccellenza, protagonisti e simbolo, in Italia, della cultura alternativa e conflittuale. Luoghi di contraddizioni, con molteplici identità, tra marginalità e capacità di influenzare costumi, politiche e tendenze. L’incontro tra i vignaioli (i più conosciuti e famosi e quelli che lo diventeranno) e i giovani (e meno giovani) dei Centri Sociali. Uomini e donne di mondi così lontani si incontrano in spazi non neutri. Sono i primi giorni di dicembre del 2003 quando questa straordinaria avventura approda al Leoncavallo.
C’è anche il resoconto di quei tre giorni. t/Terra e Libertà/Critical Wine, edito da DeriveApprodi (2004), è un libro che raccoglie soprattutto la teoria, l’immaginario, le idee che stavano a fondamento di quell’esperienza: I dodici atti della sensibilità planetaria, i poeti della terra, le proposte e i consigli a venire. Da leggere, soprattutto per chi intende occuparsi di cibo, agricoltura e rivoluzione dei consumi.
«L’appuntamento milanese, denominato Fiera dei Particolari, diventa per dimensioni, successo, partecipazione, pietra miliare del percorso. Tre giorni in cui centosettanta produttori, il massimo degli accoglibili, espongono e incontrano in un clima oggettivamente incredibile. Numerosa la partecipazione di pubblico. Sembra quasi che Milano decida di incontrarsi nello storico centro Sociale. Migliaia e migliaia le persone che passano per osservare, degustare, partecipare attivamente ai dibattiti, e comunque presenziare a un appuntamento che ai più appare storico (…) succede di tutto: Unico il filo conduttore. Ognuno degli eventi organizzati nei tre giorni, anche il più apparentemente ludico, porta in sé il seme dell’appartenenza al progetto t/Terra e libertà / Critical wine. Così, al di là dell’esposizione dei vignaioli presenti, si alternano continuamente presentazioni di particolari vini, di poeti della terra, ma anche poeti (della parola), musicisti e letterati. Il serpente umano presente al Leoncavallo è inoltre continuamente percosso da intrusioni musicali, non invasive, ma perfettamente in tono con il resto della manifestazione.
Ambiziosa inoltre è l’idea di avere la presenza di cinque grandissimi chef, pronti a calarsi nelle vesti di protagonisti prestando grande attenzione alla ricercatezza delle materie prime, realizzando accattivanti piatti, dalla qualità eccelsa a prezzo politico».

Tra le migliaia di persone che arrivano al Leoncavallo in quei giorni ci sono anche dei giovani (e meno giovani) provenienti dalla provincia, animatori di un piccolo spazio occupato, un casello ferroviario lungo i binari ad Abbiategrasso, a 25603 metri dalla stazione di Milano Porta Genova. Abbiategrasso è un territorio a vocazione agricola, tra il Parco del Ticino e il Parco Agricolo Sud Milano.
Quelli del Folletto25603 oltre a essere animatori di uno spazio che riconduce alla storia dei centri sociali metropolitani sono anche agricoltori, sono cresciuti in campagna, in famiglie contadine. Hanno letto Veronelli, Camporesi e Soldati. Hanno varcato le porte del Leoncavallo centinaia di volte, ma capiscono che stavolta è diverso, che insomma sta succedendo qualcosa di epocale.
In quei giorni, tra fiumi di vino stringeranno legami importanti e soprattutto racconteranno dei centri sociali ai vignaioli e si faranno raccontare dai vignaioli di vini e territori. Pochi mesi dopo i folletti e le follette entreranno nel connettivo t/Terra e Libertà/Critical Wine.

Il 29 novembre 2004 muore Luigi Veronelli.
Nel febbraio 2005, ad Abbiategrasso, tra le vecchie mura del Circolo dei Contadini, il Folletto25603 organizza un evento che chiamerà La Terra Trema, invitando gli agricoltori della zona, i compagni del Critical Wine, alcuni vignaioli conosciuti al Leoncavallo e altri scoperti nelle prime ricerche del collettivo. Sarà una scossa per il territorio e si intensificheranno le relazioni con le realtà agricole del Parco del Ticino e del Parco sud Milano con cui il Folletto condivideva da qualche anno una battaglia: fermare la superstrada Milano – Malpensa che avrebbe dovuto passare tra le campagne abbiatensi devastandole. Anni prima avevano sfilato insieme agli agricoltori con i trattori. Cortei dove il trattore dei folletti e delle follette trainava un carro che sparava musica e voci da un impianto audio. Un trattore dove sventolava una bandiera con un Jolie Rouge, un Jolly Roger cucito dalle stesse mani che anni dopo confezioneranno roncole d’oro.

Nel 2005 i compagni del Leoncavallo, della Chimica, del Folletto, del Magazzino 47, di Radio Onda D’Urto e di DeriveApprodi realizzano la seconda edizione della Fiera dei Particolari t/Terra e libertà/Critical Wine al Leoncavallo.cw2005
Ci saranno altrettante Critical Wine in giro per l’Italia.
Nel 2006 ad Abbiategrasso si tiene la seconda edizione de La Terra Trema.
Sono anni in cui grazie a questi eventi si moltiplicano riflessioni intorno ai temi del cibo, della gastronomia, dell’agricoltura, sulla distribuzione, il consumo, le filiere, gli organismi geneticamente modificati, le relazioni sensoriali e gustative, il sapere e i sapori, il prezzo sorgente, l’autocertificazione, il coproduttore, eccetera. Si elaborano proposte e progetti, manifestazioni e incontri mai visti prima in Italia e in Europa. Si arriva anche a un punto in cui il connettivo t/Terra e libertà/Critical wine si scioglie, per ragioni diverse. Ognuno dei protagonisti di quella straordinaria esperienza racconterebbe questo passaggio con il proprio sguardo. Impossibile fornire qui una sintesi delle varie visioni.
In quel momento per i folletti e le follette, che avevano condiviso, animato e attraversato quell’esperienza, matura forte il desiderio di dare continuità, ma allo stesso tempo di sciogliere il vincolo. È così che, a partire dall’esperienza e le relazioni maturate nei tre anni precedenti, Leoncavallo e Folletto decidono di portare La Terra Trema a Milano.

 La prima edizione risale al 2007 e il 2015, anno in cui il Leoncavallo compie quarant’anni, l’evento arriva alla nona edizione. Negli anni ha preso forma e fatto grosse le spalle, ha portato avanti le sue progettualità e ha cominciato a guardare i frutti di quanto seminato: Una cultura del vino e del cibo che le cambiava intorno, che si faceva più consapevole e politica. L’esempio più forte è l’evoluzione negli anni della Cucina Pop del Leoncavallo, una filiera di qualità che garantisce reddito ai piccoli produttori oltre che piacere a chi la frequenta. Filiera di qualità significa che i nomi degli stessi piccoli produttori, i vignaioli, li trovi tali e quali anche nelle forniture dell’alta cucina, della ristorazione d’élite. E questo vale pure per le Carte dei vini. Vignaioli sconosciuti che sono diventati tra i più conosciuti e riconosciuti del paese. Poi ci sono le enoteche nate sulla spinta dell’evento e mille altre iniziative indipendenti innescate dal progetto stesso, capaci di far scoccare la scintilla.
«La nostra non è una manifestazione del vino biologico, biodinamico, naturale. Non assecondiamo mode o etichette, tendiamo a sconsacrarle perché lavoriamo su un altro fronte, lavoriamo sui vini di territorio, sulle storie delle persone, del loro lavoro, delle aziende, dei vini. L’artigianalità è una cosa scontata a questo punto, stiamo parlando di vini e cibi che sono frutto di lavoro materiale, di qualità e non di sfruttamento di persone, ma questo rimane solo una parte di ciò che rappresentano i vini e i cibi di territorio».
La Terra Trema ha condizionato, trasformato e valorizzato l’agricoltura locale e contadina di questo paese.
In alto i calici!


partigiano

 

da L’Almanacco de La Terra Trema. Vini, cibi, cultura materiale n.00
16 pagine | 24x34cm | Carta cyclus offset riciclata gr 90 | 2 colori

Per continuare la lettura di questo numero de L’Almanacco potete scegliere di abbonarvi o cercare la vostra copia in uno di questi nodi di distribuzione autogestititi dai sostenitori.

 

Last modified: 27 Feb 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.