Il caso del centro riciclo di Vedelago. Tutela l’ambiente ma sfrutta i lavoratori.

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“Finiremo per applaudire quel coltivatore biologico perché non usa concimi chimici e rispetta la natura. E pazienza se usa gli schiavi per ammortizzare i costi”

TribunaTreviso|16.09.2012

Quindici lavoratori buttati sulla strada è una notizia che, di questi tempi, otterrebbe a malapena una colonnina bassa in cronaca locale. Ma in questo caso la storia è diversa perché è diversa l’azienda che ha spedito le lettere di licenziamento. Si tratta infatti del centro di riciclo di Vedelago (Treviso), una delle strutture atte al recupero e allo smaltimento dei rifiuti più avanzate e più attente all’ambiente di tutto il nostro Paese. Un’azienda più volte citata come esempio di buone pratiche per la sua attenta gestione del ciclo dei rifiuti e che, non a caso, è tra gli sponsor di alcune iniziative che si stanno svolgendo alla conferenza mondiale sulla decrescita, attualmente in svolgimento a Venezia. Peccato che tanta attenzione all’ecologia non venga supportata da una altrettanto attento rispetto per i diritto dei lavoratori! Questo pomeriggio, venerdì 21 settembre, i quindici lavoratori licenziati dall’azienda sono intervenuti all’incontro sulla decrescita e hanno preso la parola sul palco, e tra gli applausi della platea, hanno raccontato le ragioni della loro vertenza.“Dal suo lato pubblico l’azienda presenta un aspetto positivo e ambientalista – ha spiegato Sergio Zulian dell’Adl Cobas – dal lato privato abbiamo riscontrato situazioni di totale mancanza di rispetto dei diritti dei lavoratori. Così, abbiamo iniziato una vertenza sindacale chiedendo puntualità nel versamento degli stipendi, servizi igienici puliti, una mensa decente e il riconoscimento dei delegati sindacali dei lavoratori. Ci siamo subito scontrati con la chiusura e l’indisponibilità al dialogo della titolare che non ha riconosciuto nessuna delle nostre richieste e che ci ha risposto solo con le lettere di licenziamento inviate a 15 dei 31 lavoratori del reparto smistamento. Licenziamenti che non esitiamo a definire di rappresaglia perché sostenuti da motivazioni generiche come la solita crisi economica e senza nessun tentativo di ricorrere agli ammortizzatori sociali”. I lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione e chiedono la sospensione dei licenziamenti e l’immediata apertura di un tavolo di trattativa. Particolarmente significativo il loro volantinaggio ai partecipanti al convegno sulla decrescita. “Un pubblico attento e sensibile – hanno detto – che merita di essere informato su cosa si nasconde dietro uno degli sponsor della conferenza”. Decrescita e tutela dell’ambiente non possono essere costruiti a scapito dei fondamentali diritti del lavoro e della cittadinanza. “Altrimenti – ha concluso Sergio Zulian – finiremo per applaudire quel coltivatore biologico perché non usa concimi chimici e rispetta la natura. E pazienza se usa gli schiavi per ammortizzare i costi”.

fonte: eco-magazine

 

 

 

 

Venezia – Intervista a S. Zulian Adl Cobas sulla vertenza lavoratori Vedelago

Last modified: 20 Ott 2019

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