Il 2010 è passato e con lui l’ennesima edizione de La Terra Trema al Leoncavallo 2010.
Di “fiere” ne abbiamo fatte 6 in 6 anni, 4 meravigliosamente grandi al Leoncavallo, 2 molto intime, ma eroiche, al Circolo dei Contadini di Abbiategrasso. E ancora prima abbiamo attraversato con orgoglio 2 Critical Wine al Leoncavallo, 2 al Forte Prenestino, 3 alla Chimica, 2 al Magazzino 47…
In quasi dieci anni abbiamo conosciuto e cooperato con centinaia di agricoltori, contadini e persone. Vignaioli, ma non solo, contadini delle più svariate declinazioni dell’agricoltura italiana; con e per loro, migliaia di persone hanno attraversato le nostre iniziative. Con e per loro, abbiamo conosciuto tanti territori e i loro poeti, artisti, scrittori, cuochi, narratori e studiosi. Abbiamo imparato che tanto abbiamo ancora da imparare ma che qualcosa possiamo già insegnarla.
Significa lasciare aperti gli orizzonti e guardare con rispetto e attenzione alle mobilitazioni sociali che scuotono questa Italia sedata, pensiamo alla rage che ha scosso Roma lo scorso 14 dicembre o le strade di Rosarno all’inizio del 2010. Guardiamo con rispetto a loro e a tutti quegli spazi e a quelle esperienze culturali, sociali, economiche, autonome e autogestite che cercano di scavalcare l’eterno anno zero del welfare state Italia.
Non è un caso che La Terra Trema nasca in provincia, fuor di metropoli, al Folletto25603 di Abbiategrasso e che attraversi il Leoncavallo spa; non è un caso che La Terra Trema senza sponsor e patrocini, senza finanziamenti pubblici o privati abbia dato la sua piccola, bella scossa al mondo dell’agricoltura e del vino. Ci riproponiamo di continuare su questa strada, alimentando le progettualità attivate in questi anni e accendendone di nuove.
De La Terra Trema 2010 al Leoncavallo rimane soprattutto l’aver capito, più chiaramente, che il lavoro fatto negli anni sta portando i suoi frutti e che serve ancor più responsabilità e dedizione. Fuori gli speculatori del vino scalpitano irrequieti e i papponi della distribuzione cercano di aggrapparsi in ogni dove, complice un’economia impazzita.
Non vogliamo soffermarci ancora sulle iniziative fieristiche commerciali, cosiddette naturali, che scimmiottano modi e parole d’ordine facili e abusate ma che si rivelano senza contenuti e lontane dagli interessi dei vignaioli, dei contadini e delle persone.
Ci teniamo a distanza da questo tipo di scelta, bugiarda e ingorda, perché quanto noi mettiamo in gioco non è fetta di mercato, non qualche migliaio di bottiglie da vendere o giornalisti o addetti ai lavori da far campare.
Vogliamo che accada qualcosa di diverso, vogliamo nuove strade per il mondo del vino e dell’agricoltura. Vogliamo che accada con i vignaioli, gli agricoltori, le esperienze e le migliaia di persone che seguono, alimentano e coproducono La Terra Trema.
Questo allora è un augurio diffuso e accorato, è l’augurio di tracciare nuovi disegni e nuove mappe, è augurio che si sappia sfidare un mercato inumano e cieco, che si sappia essere dirompenti di fronte a culture svendute e piatte.
Vogliamo favorire nuove forme di consumo e produzione, vogliamo che tutto questo si sviluppi in miriadi di tipologie, ambiti e luoghi diversi. Con la consapevolezza che agricoltura, green economy, biologico, naturale, km 0, slow food & slow wine, sviluppo sostenibile, nutrire il pianeta, solidale, ecologico, ambiente, ecosostenibile sono solo facili mantra che non basta recitare da soli per produrre progettualità, azioni e cambiamento.
Last modified: 20 Ott 2019