Manolo Luppichini, giornalista freelance e attivista, è tornato a Roma e racconta nuovi ed inquietanti particolari.
Ritorno dalla strage.
Contestata la sottosegretaria agli esteri Stefania Craxi
Manolo è tornato.
E’ atterrato nell’area militare dell’aereoporto di Ciampino anticipato dal sottosegretario agli esteri Stefania Craxi, che non ha potuto far altro che scappare di fronte alla frustazione e alla rabbia di coloro che da anni fanno carovane in Palestina, organizzano boicottaggi, animano reti per denunciare l’apartheid e le violenze contro il popolo palestinese da parte del governo di Tel Aviv. Attiviste e attivisti, fratelli e sorelle di Manolo, colpiti direttamente dal massacro consumatosi nelle acque internazionali all’alba del 31 maggio.
Il ritorno di Manolo, e degli altri cinque italiani, è accompagnato dalla sua testimonianza che aggiunge particolari inquitanti alla vicenda della Freedom Flottiglia.
Manolo ha raccolto la testimonianza di una infermiera australiana Jenny Campbell presente sulla Mavi Marmara: 19 morti contati, corpi gettati in mare dalla nave, esecuzioni con un colpo alla nuca e più di 160 feriti gravi. Questo, in parte, conferma le dichiarazioni della delegazione turca che ieri in una conferenza stampa denunciava la scomparsa di diversi attivisti ed attiviste, sostenendo che 25 persone attualmente mancano all’appello.
Manolo è stato sequestrato in acque internazionali su una imbarcazione autorizzata a percorrere quella rotta; è stato portato prima nel carcere israeliano di massima sicurezza di Beer Sheva e poi rinchiuso per 12 ore in una stanza della polizia migratoria israeliana nell’areoporto Ben Gurion.
Ad ogni richiesta di poter telefonare o contattare il consolato, come previsto dal diritto internazionale, l’unica risposta sono state le botte che gli hanno provocato la frattura di una costola.
Nonostante la palese violazione dei diritti umani dei sei italiani non arriva, dal governo italiano e da nessuna Procura, l’apertura di una inchiesta sul sequestro illegale di sei cittadini e sui fatti che li hanno coinvolti nel Mar di Marmara.
Domani a Roma continua la mobilitazione in solidarietà alla Freedom Flottiglia e al popolo di Gaza; l’appuntamento è alle ore 17 a Piazza Esedra.
Mentre nuove testimonianze delineano sempre più i contorni di una strage contro la solidarietà internazionale, che da anni si interpone alla violenza sistematica del governo israeliano contro il popolo palestinese, continuano in tutto il mondo le azioni e le proteste aspettando notizie della Rachel Corrie, l’ultima nave ancora in viaggio verso Gaza.
da GlobalProject.info: Ritorno dalla strage
Last modified: 20 Ott 2019