NON COSTRUIRETE UN FUTURO
FATTO SOLO DI ASFALTO E CEMENTO
Il Consiglio Comunale di Abbiategrasso ha approvato il nuovo PGT, confermandosi artefice di pratiche incoscienti e inesorabili che, passo dopo passo, stanno portando Abbiategrasso verso un grave impoverimento paesaggistico ed economico oltre che sociale e culturale.
Sabato 22 Maggio abbiamo aderito e partecipato al funerale indetto da HumusInFabula, corteo funebre che seppelliva definitivamente la lenta lumachina, simbolo di una Città Slow che esiste solo sulla carta e nei proclami gridati.
Da anni insistiamo sulla forte preoccupazione che il territorio che quotidianamente viviamo e attraversiamo rischi una devastazione veloce e irreversibile e che paesaggi, saperi e sapori soccombano, omologati e appiattiti a suon di asfalto, cemento e barbarie.
Il nostro paesaggio perde le sue peculiarità, orizzonti e panorami che scandiscono le nostre vite di agricoltori e cittadini sembrano destinati a cedere il passo a paesaggi tutti uguali, scanditi da centri commerciali e fabbriconi e fabbricati.
Per questo da anni sviluppiamo, insieme a tanti altri, progettualità concrete, percorsi reali che coinvolgono centinaia di agricoltori e vignaioli, migliaia di persone, associazioni,.
Abbiamo sviluppato una distribuzione diretta e partecipata capace di innescare meccanismi basilari per un nuovo modo (qualitativo) di intendere produzione e consumo. Un altro modo di vivere, attraversare e gestire il territorio.
Abbiamo inventato/costruito/facilitato meccanismi di scambio e comunicazione, agevolato lo sviluppo di una rete che sia locale e autosostenuta.
Abbiamo valorizzato micro-esperienze già esistenti tutelandole, supportandole e costruendone altre. Progettualità che coinvolgono contadini, uomini e donne capaci di tenere vivo il territorio e di impedirne la devastazione finale.
Tutto questo è avvenuto e istituzioni locali, provinciali e regionali, i progettifici blasonati hanno fatto finta di non vedere: le loro progettualità sono altre e considerano l’agricoltura e la tutela dei territori solo fascinose “foglie di fico” utili a nascondere speculazioni e business che vanno ad appannaggio di pochi, furbi e svelti (e guarda caso la fatina Expo giunge a trasformare la ranocchietta ecosostenibile in un bel principe azzurro remunerativo, redditizio).
Abbiategrasso, tra Città Slow e cementificazione, lascia ipotizzare due soli scenari: Abbiategrasso estromessa dal circuito Città Slow o quietamente adagiata in questo titolo Slow che non le appartiene più e se addirittura – a detta dei nostri amministratori – si ipotizza la sua elezione a sede nazionale, trascinerebbe con se, in un’aura ipocrita e decadente, l’intero movimento Slow Food.
Alternative non ce ne sono.
O meglio: le alternative ci sono, ma si fa finta di non vederle.
Folletto25603 – La Terra Trema
Last modified: 20 Ott 2019